Colpo secco, Pepe non sbaglia mai
Ora che la Lazio è al tappeto grazie a lui, la preoccupazione di Simone Pepe è quella di non smarcarsi dal controllo di Antonio Conte. «Un po' di Pepe sullo scudetto? Lo dite voi, altrimenti il mister mi bacchetta...», sorride il re per una notte.
La Juve che riconquista la vetta del campionato ha il sorriso di un ragazzo romano e romanista che quando incrocia il biancoceleste si accende: sua la rete del successo bianconero a Roma lo scorso 2 maggio, sua la stoccata che ha preso in ostaggio la sfida con la Lazio ieri sera. Pepe ha corso, lottato, tenuto sempre la spina accesa anche quando gli assalti finali dei ragazzi di Edy Reja sembravano togliere il fiato alla truppa di Conte. «Ancora una volta - così l'esterno juventino - abbiamo dimostrato di essere una grande squadra: vittorie come questa aumentano l'autostima, ma adesso la testa è già in viaggio a Napoli per martedì...». Pepe prende fiato, in un istante è come se la stagione gli passasse davanti. Tre sono fino ad ora i suoi sigilli (rete al Parma, gol al Palermo, acuto con la Lazio), d'impeto il suo ritorno in Nazionale dopo quasi un anno di astinenza. «Un giocatore da solo non va lontano - racconta il centrocampista della Juve -. Se io sono qua a parlare di quanto fatto in campo è perché c'è un gruppo che lavora e lo fa alla grande. Il gol è tutto merito di Matri. E poi siamo uno spogliatoio unito, affamato e umile».
Pepe racconta la sua notte mentre nella pancia dell'Olimpico arrivano i cori dei tifosi juventini in festa. L'azione che lo ha portato a beffare i guantoni di Marchetti con un colpo in controtendenza rispetto ai tempi d'uscita del portiere biancoceleste è nata in contropiede, ma non perché così gioca la Juve. «Siamo ormai abituati a far cominciare i nostri movimenti palla al piede fin da Buffon. Questa - continua Pepe - è una caratteristica che hanno soltanto le squadre che giocano con personalità senza adattarsi agli avversari di turno: contro la Lazio abbiamo superato l'ennesimo esame di maturità».
E' notte ormai, la classifica della Juve si fa. Conte ora ammette di guardarla perché «aumenta il nostro convincimento», Pepe fa finta di tapparsi gli occhi: «Pensiamo a una fatica alla volta», ripete il golfista perché è mimando il gesto dello swing sul green che il ragazzo romano esulta. «Stavolta non ho abbattuto la bandierina, altrimenti avrei preso l'ammonizione», sorride.
Fuori da ogni campetto virtuale in estate, Pepe si è preso il centro della scena e non sembra intenzionato a lasciarlo. Il suo feeling con Conte cresce di settimana in settimana e ora le sue quotazioni sono elevatissime. Il tecnico lo stima, la società anche e lui non sbaglia una mossa. «Così mi diverto e ci divertiamo. Siamo una squadra vera» precisa. L'Olimpico è diventato il suo stadio: due sigilli, entrambi da tre punti, nel giro di sette mesi, ma questa «è un'altra storia» afferma Pepe. La Juve è in testa, c'è Napoli alle porte.
Buffon fa il saggio: «Rimaniamo con i piedi per terra. Con la Lazio ci è girato tutto dalla parte giusta, presto potrebbe accadere il contrario...». Pepe sullo scudetto si smarca, perché Conte è in agguato. «Il mio nome sullo scudetto? Lo dite voi, io no...», ripete l'esterno bianconero a chi in tv lo indica come uno degli uomini in più della prima della classe.