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Colombo: 'Berlusconi-Monza, si chiude entro fine mese. Sogniamo la Serie A'
MONZA GIOVANE E ITALIANO - "Battute a parte, so che anche i suoi figli sono d'accordo sul fatto che voglia fare qualcosa di utile per il territorio. Lui mi ha spiegato che vuole dare un esempio anche per fini morali con una squadra tutta italiana, perché non gli piace vedere così tanti stranieri nel nostro calcio. E soprattutto vorrebbe ragazzi seri, a posto, senza tatuaggi. Poi quella stessa sera ci siamo incontrati, io, mio figlio, Galliani, gli avvocati con alcuni dirigenti della Fininvest per gettare le basi della trattativa. Cifre? Non è il momento, ma non saranno grandi cifre. Dovremmo chiudere entro fine mese, o al massimo in ottobre. Mio figlio dovrebbe rimanere presidente fino al termine della stagione, con una percentuale di quote ancora da stabilire".
SUL FIGLIO - "Adesso il presidente è mio figlio Nicola. È lui che ha salvato il Monza dal fallimento nel luglio del 2015. Non c'erano più giocatori, era stato azzerato il settore giovanile e per partecipare alla D abbiamo fatto un ulteriore investimento a fondo perduto. Nel 2017, il Monza è stato promosso in C vincendo anche lo scudetto dilettanti e quest'anno è arrivato quarto perdendo il playoff per salire in B".
SULLA SERIE A - "Un sogno, perché prima bisogna giocare il campionato di C che non è facile e noi lo sappiamo bene. Un passo per volta, quindi, magari pensando al modello Empoli, una piccola società che è arrivata in A prima del Monza".
SUL MERCATO - "Può arrivare Gilardino? Credo che la squadra costruita a luglio sia già molto competitiva, anche se ovviamente potrebbe essere ulteriormente migliorata durante il mercato invernale. Intanto posso dire che l'effetto Berlusconi-Galliani si è già fatto sentire, perché abbiamo avuto tante richieste per nuovi abbonamenti".
SUL MILAN - "La mia ultima volta a San Siro sarà stata 15 anni fa per un derby, ma il Milan lo seguo sempre con affetto. Quest'anno lo vedo bene, in Champions ci andiamo di sicuro. Spero nel terzo posto, con l'Inter quarta. Ho ricordi bellissimi. Abbiamo vinto una Coppa Italia e poi uno scudetto indimenticabile, con Liedholm, che avevo voluto io. Posso dire con orgoglio che dal mio Milan nessuno voleva andare via e mi fa piacere sentire ancora oggi Rivera, Bigon, Antonelli e Collovati".
SULLA RETROCESSIONE - "Da allora non ho più paura di niente. Venticinque anni fa ho avuto un tumore alla gola e quando si superano esperienze così si diventa più forti. Se potessi tornare indietro? Non mi fiderei più dei collaboratori e non aggiungo altro".
SUL MILAN DELLA STELLA - "Una festa nel 2019, quando saranno passati 40 anni dalla conquista della stella? Ne avevamo fatta una per i 25 anni e l'aveva organizzata proprio Berlusconi. Il massimo sarebbe una festa doppia, per la stella del Milan e per la promozione del nuovo Monza".