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Colley a cuore aperto: 'Io musulmano, la diversità ci rende speciali. Rispettarla ci rende unici'
L’INCONTRO COL PAPA - “A febbraio ho incontrato il Papa. Lui è il capo dei cristiani: è stato un incontro che mi ha dato tanto, mi è piaciuto. Ho potuto toccare con mano l’altra parte, avendo contatti con una realtà diversa dalla mia. Ricordo quando il Papa venne in Gambia. Ero piccolo, da noi la maggioranza è musulmana ma ci furono grandi festeggiamenti. Era un evento, un’occasione per tutti. Li ringraziavamo per l’attenzione che ci stavano dando. Le strade erano piene di persone, le facciate delle case addobbate con striscioni per accoglierlo. Fa parte della religione: crediamo in qualcosa, ma siamo tutti uguali. E se crediamo in qualcosa, siamo davvero tutti uguali. Per me è stata pura felicità incontrarlo in Vaticano”.
LA PREGHIERA - “Mi ritaglio 5 spazi al giorno per pregare, le giornate sono frenetiche ma trovo sempre il tempo per farlo. È molto importante per me. Anche se siamo in viaggio: cerco di tirare fuori il meglio di me, seppur in poco tempo. I miei compagni, durante il Ramadan, hanno cercato di informarsi, di comprendere. Qualcuno ha voluto provarlo per un giorno. Ma capirlo non è semplice: non si tratta di non bere, di non mangiare, quindi lo ṣawm, ovvero il digiuno. Mehdi Léris pratica anch’egli il Ramadan, abbiamo pregato insieme. Ci fa stare bene”.
IL BERE - “In Premier League hanno fermato la partita per permettere a Wesley Fofana del Leicester di bere. Io non ho avuto problemi quest’anno, soprattutto grazie agli orari in cui sono iniziate le partite contro la Roma e il Sassuolo. A fine primo tempo ho bevuto, senza esagerare, e mangiato una banana. Non ero stanco, neanche nella mia testa. Basta applicare un cambiamento che posticipa le attività tra il pomeriggio e la sera. Una nuova routine che mi dà maggiore energia. Bastano 4 giorni e il tuo organismo si adatta. Mi dicono: «Sei pazzo». No, questa è la mia vita. Corri come un folle, non ti fermi. E nessuno può dirti niente. Spesso lo staff mi chiedeva se stessi bene: «Mai stato meglio!»”.
LA DIVERSITÁ - “La diversità delle nostre culture è ciò che le rende speciali. Rispettare le nostre diversità ci rende unici, ma le nostre differenze si azzerano se crediamo in qualcosa. Ho scelto di portare in Italia la mia parte migliore, la nostra parte migliore. E grazie a voi ho imparato a convivere con le vostre abitudini, a renderle mie. Non c’è cosa più bella. Non importa da dove vieni, cosa possiedi, cosa non hai. L’unica cosa che conta è fissare un obiettivo e semplicemente sognare, lavorare sodo, vivere ed essere felice”.