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    Coda, lo sgarbo del Genoa alla Samp; meglio le disgrazie altrui delle proprie vittorie

    Coda, lo sgarbo del Genoa alla Samp; meglio le disgrazie altrui delle proprie vittorie

    • Renzo Parodi
    Coda alla Sampdoria! Giammai. Un rigurgito di campanilismo applicato al calcio e il tempestivo golpe della Cremonese (che ieri si è assicurata il giocatore) ha inopinatamente mandato a picco un affare già bell’e concluso: il passaggio dal Genoa alla Sampdoria di Massimo Coda, celebre ancorché attempato (34 anni compiuti lo scorso 10 novembre) goleador, specialista in serie B; 142 centri con le maglie di Cremonese, Salernitana Benevento, Lecce e Genoa. 

    E così Coda ha preso la via di Cremona. Prestito con obbligo di riscatto in caso di promozione in serie A della Cremonese. Ingaggio confermato ai livelli di quello percepito al Genoa (750mila euro a stagione) per i prossimi due anni e titolarità assicurata da parte di Ballardini. Tutti benefits che evidentemente la Sampdoria non poteva o non voleva garantire all’attaccante. La Cremonese non ha badato a spese e Coda si è deciso in fetta: va in riva al Po a spendere gli ultimi spiccioli di carriera. Domani Coda svolgerà le visite mediche.

    La Sampdoria virerà su altri profili. Il centravanti vero, da area di rigore, a Pirlo serve come il pane. Il croato Mirko Maric, 28 anni, del Monza potrebbe fare al caso suo e se in Brianza arrivasse il milanista Colombo l’affare potrebbe decollare.  E’ spuntato anche il nome di Stefano Okaka, 34 anni, ex blucerchiato, che ha appena risolto il contratto con i turchi l Basakseir. Contatti in corso con l’agente del calciatore, il fratello Carlo.  

    Eppure tutto era stato deciso, tutto concordato, mercoledì scorso; tra i club genovesi per il passaggio di Coda in blucerchiato: firme apposte e moduli scambiati fra i due club. Almeno così pareva. Poi il colpo di scena. Affare saltato e caso riaperto. Le versioni ufficiali latitano. Nessuno ha voglia di scavare nel fossato della verità. Che nasconde insidie. E svela imbarazzi. E’ sicuro che da parte dei tifosi del Genoa c’è stata una vera sollevazione contro l’ipotesi di rinforzare la rivale cittadina, per di più con un attaccante che ha fatto del gol la propria specialità in cadetteria. Social e siti dei tifosi rossoblù straboccavano di messaggi indignati e di avvisi alla società rossoblù di non cadere in tentazione. ”A tutti, ma non alla Sampdoria!”, era il leit motiv della protesta della base. Che come è noto ha grande forza contrattuale nei confronti della società° “Il Genoa siamo noi” è il motto della gradinata Nord e zone limitrofe. Mettiamola così: la Cremonese ha abilmente approfittato di un momento di esitazione da parte del club rossoblù. 

    A Genova la rivalità calcistica è viscerale, avvelenata. Si guarda prima alle disgrazie della rivale che alle proprie felicità. Provincialismo spinto e fossimo in Radrizzani ne prenderemmo buona nota: Genova non è Milano, dove si è abituati a vincere e la rivalità è in alto, mai in basso. Genova è carne e sangue, metaforicamente parlando, il calcio è l’epitome delle feroci lotte intestine tra nobili famiglie che nei secoli passati (con Doria e Fieschi fu il climax) che misero piombo nelle ali della antica Repubblica.

    Nella mattinata di giovedì il timone del Genoa ha dunque virato di bordo di 180 gradi. E Coda si è allontanato dai lidi blucerchiati. Alla Cremonese Coda aveva già militato per tre stagioni in gioventù, segnando 24 reti in 86 presenze ma nel campionato Dilettanti. Tutta un’altra storia con le maglie di Salernitana, Lecce, Benevento e Genoa. 10 gol in 31 presenze l’anno scorso col Grifone. Brevissime e non indimenticabili le parentesi di serie A, con Bologna e Parma.

    La Sampdoria – questo è certo – aveva offerto al Genoa di prendere in prestito il bomber, assicurando a quest’ultimo lo stesso ingaggio (circa 750mila euro) che percepisce in rossoblù. Ma per una sola stagione soltanto. E senza obblighi di riscatto. Il contratto di Coda al Genoa scadeva nel giugno 2025. Il giocatore sembrava convinto ad accettare. Ma al momento di restituire alla Sampdoria i moduli firmati da depositare in Lega, il Genoa ha chiuso la porta. E la Sampdoria è rimasta con un palmo di naso. E la Cremonese ne ha approfittato con un’offerta vincente.

    Cosa ha fatto maturare il dietrofront? Silenzio eloquente dal procuratore del giocatore. Francesco Caliandro: “Preferisco fare e poi dire”. Bocche cucite anche alla Sampdoria. “Non si fanno commenti sul mercato il giorno della partita”, è il mantra di corte Lambruschini. Il Genoa ha chiuso l’affare-Coda con la Cremonese è ha ancor meno voglia di commentare. Si è liberato di un ingaggio pesante (circa 3 milioni in due stagionI) e festeggia.
     

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