CM SHOW. Il 'solito idiota' Mandelli: 'Dal Milan al City. E Balotelli...'
Tv, radio e cinema. Il 32enne Francesco Mandelli, l'ex Nongiovane, è già riuscito a mietere successi in tutti e tre i settori: abbiamo imparato a conoscerlo come volto di MTV sul piccolo schermo, come voce di Radio 105, e infine come attore - comico e non - nelle sale (da 'Natale a Miami' a 'Generazione mille euro'). Dallo scorso week-end è in tutti i cinema italiani, insieme a Fabrizio Biggio, con il film 'I soliti idioti', che prende le mosse dai fortunati sketch dell'omonima trasmissione di MTV. Gli incassi da record (quasi quattro milioni e mezzo di euro nei primi tre giorni!) sono un ottimo motivo per sorridere, come lo sono i 20 punti in classifica del Milan, la squadra del cuore di Francesco, che si è concesso a Calciomercato.com.
Ruggero De Ceglie, il tuo personaggio ne I soliti idioti, è uno sfegatato tifoso della Roma. Non è che, a forza di interpretarlo, inizi a simpatizzare anche tu per i giallorossi?
'No, assolutamente. Le partite tra il Milan e le squadre romane sono sempre molto belle, ma io resto rossonero al 100%'.
Non ci si può immedesimare in tutto, quindi...
'Esatto. E pensa che mio padre è interista! Ma a un certo punto, quando si è trattato di scegliere, non ho avuto esitazioni. Eravamo intorno all'86, di lì a poco sarebbe arrivato il Milan di Sacchi...'.
Nelle ultime settimane la squadra di Allegri sembra davvero volare. Che sensazioni hai a riguardo?
'Fa piacere, perché veniamo da un po' di anni di magra, e poi perché quest'anno sembra ci sia davvero un progetto. Ci sono tanti giovani, come Abate e Antonini, che stanno facendo molto bene, e poi ci sono dei ricambi all'altezza, perché per vincere, oggi come oggi, devi avere almeno un paio di squadre. Allegri è riuscito a imporre subito il suo tipo di gioco, utilizzando un centrocampo più fisico rispetto a quanto avveniva con Ancelotti'.
Non sei preoccupato dal fatto che questo Milan possa essere troppo Ibrahimovic-dipendente?
'Beh, del resto è come pensare che i Queen si basassero troppo su Freddie Mercury (ride, ndr). Ibra è il solista di questa squadra, uno che fa la differenza. Poi, certo, non basta un solo giocatore per vincere un torneo: Ibrahimovic rende anche perché è perfettamente inserito in una squadra che, in fondo, è costruita un po' intorno a lui'.
Non ci sarà bisogno di rinforzi a gennaio, dunque?
'Non credo. In attacco siamo messi bene, se non si fanno male. E poi il vero acquisto di gennaio sarà il rientro di Mexes, colui che raccoglierà il testimone da Nesta'.
Sei un grande appassionato di brit-pop, e in particolare degli Oasis. Immagino dunque tu stia seguendo le vicende del Manchester City...
'Certo, sono un grande tifoso dei Citizens. Nel '96 comprai anche la maglietta, quella con lo sponsor Brother: in quel periodo a Milano era un must. Però simpatizzo anche per il Queens Park Rangers'.
E uno come Balotelli, lo vorresti al Milan?
'Subito! È fortissimo, e del resto a me non serve mica un role model: è sbagliato pensare che i calciatori debbano essere dei modelli di comportamento. L'importante è che faccia gol, e che in campo, lì sì, si comporti bene, con fair-play. Dopodiché di quello che fa fuori dal campo non me ne frega niente: i miei modelli, nella vita, sono altri'.