CM SHOW. Andrea Rivera: 'Con Zeman, la Roma è da scudetto'
'Ieri mattina quando mi sono svegliato ho acceso la tv, e su Rai Sport parlavano di Gigi Meroni, la farfalla granata come l'ha chiamata Nando Dalla Chiesa nel suo bellissimo libro. Un grande personaggio: sempre in controtendenza, eccentrico. Una persona libera. Io mi sento un po' come lui, nel mondo dello spettacolo'. Si presenta così Andrea Rivera, romanista sfegatato a dispetto di un cognome che ricorda vecchie strisce rossonere, artista eclettico divenuto noto al grande pubblico soprattutto nel ruolo di citofonista della trasmissione 'Parla con me' di Serena Dandini (connubio che è continuato recentemente su La7 con 'The show must go off'). Monologhista - comico e non solo - di successo, Rivera in questi giorni è sugli schermi cinematografici di tutta Italia con la commedia 'Come non detto' di Ivan Silvestrini. Calciomercato.com l'ha intervistato in esclusiva.
In Come non detto si parla di omosessualità, tema che in relazione al calcio fa sempre molto discutere. Quest'estate hanno fatto scalpore le parole di Cassano, ma in generale sembra che si abbia ancora paura di confrontarsi sull'argomento...
'È così non solo nel calcio, ma anche nel mondo dello spettacolo, nelle caserme militari, e in tanti altri settori. Purtroppo in Italia il governo temporale della Chiesa è ancora molto forte, e forse a causa dell'educazione cattolica che ha sempre caratterizzato questo Paese c'è poca apertura mentale. Poi certo, se ne parla in riferimento al calcio perché è un settore che sta più spesso sulle pagine dei giornali...'.
Se tu fossi un calciatore omosessuale, lo riveleresti pubblicamente?
'Non lo so, dipenderebbe dalla situazione. Non dirlo non significa per forza aver paura: può significare anche bisogno di privacy, non sta scritto da nessuna parte che tutti debbano necessariamente sapere quali sono le mie scelte sessuali. Dirlo o non dirlo è una scelta'.
Veniamo all'attualità. Bella partenza della Roma, ma in difesa sembra ci sia ancora qualcosa da registrare. Sei preoccupato?
'Sono quelli che ci governano, i politici, che mi fanno preoccupare, non certo le squadre di calcio, che ci fanno divertire col pallone tra i piedi’.
Battute a parte, davvero sei così ottimista?
'Vinciamo lo scudetto, me lo sento. Se non è quest'anno sarà l'anno prossimo, del resto non penso che Zeman abbia firmato un biennale per caso. Vedendo il livello medio del calcio italiano di oggi, non ho dubbi: la Roma è superiore a tutte le altre squadre'.
La tua fede romanista è tutt'altro che nascosta...
'Esatto, insieme a Marco Conidi ho anche fondato una squadra chiamata A.S. Artisti Romanisti: ci sono personaggi come Niccolò Fabi, Elio Germano, Valerio Mastrandrea, perfino il tarantino Michele Riondino. Un modo come un altro per divertirsi e fare del bene. Giocare a calcio ci scarica, questo è il vero valore dello sport. E così, almeno, tra di noi non parliamo sempre e solo di lavoro'.
Nella squadra se non sbaglio c'è anche Francesco Montanari, che è con te nel cast di Come non detto...
'Sì, giocava in porta ma a un certo punto non s'è più visto! (ride, ndr) Scherzi a parte, Francesco è un bravissimo ragazzo e lo stimo tanto anche come attore'.