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    CM a Barcellona: Milan, ci vuole coraggio

    CM a Barcellona: Milan, ci vuole coraggio

    "Forza Milan". Prima della partita in pochi credevano in un buon risultato dei rossoneri nella terra dei campioni di tutto, uno di questi era Juan Carlos, taxista di Barcellona, con tessera dell'Espanyol numero 4053 nel portafoglio. La tira fuori e la sventola con orgoglio, quasi con stizza, stufo delle continue vittorie blaugrana in Europa. Una voce fuori da coro, in una città che ha da tempo solo due colori. Juan Carlos per una volta ha trovato il sorriso, il Barcellona è ancora la squadra più forte, è ancora la squadra da battere. Ma contro il Milan non ha vinto. Allegri ha chiesto coraggio al gruppo, è stato accontentato.

    Il Milan ha giocato una partita pessima, ha retto un tempo, poi ha perso le energie, svuotato dal tiki-taka del Barcellona, ma ha ascoltato il suo allenatore, fino alla fine, ha difeso con i denti e ha colpito al fotofinish. Un pareggio che non cancella i demeriti rossoneri, pericolosi solo in chiusura e in apertura con l'effetto sorpresa di Pato, a segno quando molti dei centomila Camp Nou non avevano ancora preso posto. Dopo l'inizio shock, solo Barça,Barça,Barçaaaa, proprio come l'inno cantato a squarciagola dal popolo blaugrana. I gol di Pedro e Villa sono solo la punta di iceberg, sotto c'è stata una supremazia totale, in tutti i reparti, in tutte le zone del campo. Con un Messi immenso. Ma per vincere bisogna sapere chiudere le partite. Un Milan orribile (le assenze di Ibrahimovic e Robinho non possono e non devono essere un alibi)esce così dal Camp Nou con poche certezze a livello di gioco, ma con tanta autostima in più. Grazie al coraggio, chiesto da Allegri, quel coraggio che deve avere chi candida questo Milan alla vittoria finale in Champions.

     
     

     

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