Class action Milan:| Ma il tifo non è commercio
Come tutti i fan del Milan, sono amareggiato e irritato per l'addio di Ibrahimovic e Thiago Silva. Ma vorrei San Siro colmo fino all'orlo per l'esordio in campionato, per far capire a tutti, in primo luogo alla dirigenza, che l'amore per il Milan non dipende dai nomi di chi ne indossa la casacca. E spero che quel giorno ci siano anche i tifosi che vogliono promuovere un'azione legale contro la società di via Turati per avere indietro i soldi dell'abbonamento. Li capisco, ma non condivido. Non è questo il modo di esercitare la sacrosanta protesta di chi si sente preso in giro non tanto per la cessione dei due assi, quanto per lo sconcertante balletto che l'ha preceduta e per l'assoluta mancanza di chiarezza (in primo luogo da parte di Silvio Berlusconi) circa le prospettive future di un Milan che sembra brancolare nel buio. Adriano Galliani si offre di rimborsare l'abbonamento ai fan rossoneri insoddisfatti della campagna acquisti, ma non può cavarsela così a buon mercato. Già, perché il legame di un tifoso con la squadra del cuore è ben diverso dal rapporto commerciale che intercorre fra un consumatore e una qualsiasi azienda. Proprio noi milanisti lo abbiamo dimostrato, affollando San Siro in Serie B. Adesso si tratta di fare la stessa cosa: tutti a San Siro quindi, a tifare per la squadra, ma anche a criticare e contestare l'operato di chi ne governa le sorti. Io ci sarò, e voi?