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Clamoroso nella Spagna Femminile: ammutinamento! 15 giocatrici lasciano la Nazionale contro il ct
PUGNO DURO - "La RFEF non consentirà alle giocatrici di mettere in discussione la continuità dell'allenatore della Nazionale e della sua squadra tecnica". E, si aggiunge: "Le calciatrici torneranno alla selezione solo se riconosceranno l'errore e chiederanno perdono".
L'ELENCO - Sandra Paños, Lola Gallardo, Ainhoa Vicente Moraza, Andrea Pereira, Laia Aleixandri, Mapi León, Leila Ouahabi, Ona Batlle, Patri Guijarro, Lucía García, Mariona Caldentey, Aitana Bonmatí, Claudia Pina, Nerea Eizagirre e Amaiur Sarriegi sono le 15 giocatrici interessate.
COMUNICATO IN RISPOSTA - "Le giocatrici si rammaricano, in primo luogo, che la RFEF abbia reso pubblica, in modo parziale e interessato, una comunicazione privata, con informazioni che riguardano la nostra salute - che fa parte della nostra privacy -, inviata in risposta alla richiesta del propria Federazione per sapere chi di noi voleva non essere convocato. Comunicazione alla quale, tra l'altro, non abbiamo ricevuto risposta formale. In secondo luogo, in nessun caso abbiamo RITIRATO la squadra di calcio spagnola, come sottolinea la RFEF nel suo comunicato ufficiale. Come abbiamo detto nella nostra comunicazione privata, abbiamo mantenuto, continuiamo a mantenere e continueremo a mantenere un impegno indiscutibile nei confronti della nazionale spagnola. Per questo chiediamo nella nostra comunicazione inviata alla RFEF di non essere convocati fino alla cessazione di situazioni che influiscano sul nostro stato emotivo e personale, sulle nostre prestazioni e, di conseguenza, sui risultati della Selezione e che potrebbero provocare lesioni indesiderabili. Questi sarebbero i motivi che ci portano a prendere questa decisione. Vogliamo un impegno fermo per un progetto professionale in cui tutti gli aspetti siano curati per ottenere le migliori prestazioni da un gruppo di giocatrici con cui crediamo si possano raggiungere traguardi sempre migliori. Auguriamo il meglio alla RFEF, alla Nazionale Femminile e a noi in particolare, senza entrare in guerre pubbliche. Non abbiamo mai chiesto il licenziamento dell'allenatore come è stato commentato. Comprendiamo che il nostro compito non è in ogni caso prendere tale decisione, ma esprimere in modo costruttivo e onesto ciò che riteniamo possa migliorare le prestazioni del gruppo. Qualcuno può pensare che, otto mesi prima di un Mondiale, un gruppo di GIOCATRICI DI ALTO LIVELLO, che è quello che ci consideriamo, consideri questa decisione, come è stato pubblicamente implicito, un capriccio o un ricatto? Chiedendo di non essere convocate, penalizziamo la nostra carriera professionale, la nostra situazione economica e ovviamente il nostro desiderio di costruire qualcosa di importante nel calcio femminile. Perché arrivare dove siamo adesso ha richiesto anni di sforzi da parte di molte persone. E ci sono ancora molte cose da migliorare, come abbiamo visto di recente".