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    Cinque campioni del passato in uno: Juve, Vlahovic è più completo di Ronaldo (se non più forte)

    Cinque campioni del passato in uno: Juve, Vlahovic è più completo di Ronaldo (se non più forte)

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Trentadue o trentatré secondi, poco importa. Quello che conta è l’ultimo gioiello che Dusan Vlahovic ha regalato alla Juventus: il primo gol in Champions League dell’attaccante serbo che condensa cinque qualità di altrettanti campioni bianconeri del passato.

    VELOCE COME BOKSIC - La velocità con cui ha segnato al suo debutto in Europa à la stessa con cui semina gli avversari in progressione, come un altro attaccante figlio della ex Jugoslavia, il croato Alen Boksic, imprendibile quando accendeva il turbo sulla fascia. Anche lui arrivava da una squadra italiana, la Lazio, anche lui nato sotto il segno dell’acquario sette giorni e trent’anni esatti prima, il 21 gennaio 1970. Con l’augurio a Vlahovic che vinca la coppa intercontinentale come Boksic, perché vorrebbe dire che prima ha festeggiato lo scudetto e la Champions.

    POTENTE COME VIALLI - Boksic non era ancora arrivato a Torino quando Luca Vialli era il capitano della grande Juventus di Marcello Lippi, che sollevò l’ultima Champions nel 1996. Pochi altri attaccanti bianconeri hanno avuto la potenza di Vialli, che poteva giocare al centro o sulla fascia ma in ogni caso travolgeva i difensori e non cadeva appena veniva sfiorato dagli avversari spesso più leggeri di lui, come succede a tanti Balotelli. In questo senso Vlahovic ha già dimostrato di assomigliare a Vialli, per come resiste alle cariche e soprattutto per come calcia, con la potenza appunto che non si può imparare guardando gli altri.

    PRECISO COME BAGGIO - Veloce per seminare gli avversari, potente per calciare in porta e poi preciso nella mira, proprio come Roberto Baggio che raramente sbagliava l’angolino. Ricordare, per credere, anche l’ultima conclusione di Vlahovic contro il Villarreal per capire che lui vede sempre la porta come il famoso “codino”, guarda caso anche lui arrivato dalla Fiorentina.

    PERSONALITA’ COME DEL PIERO - Un vero campione deve essere forte a livello tecnico, ma anche a livello caratteriale dimostrando di possedere personalità. La testa oltre i piedi, cioè. E allora è facile ripensare ad Alesandro Del Piero, arrivato alla Juventus a 21 anni, uno meno di Vlahovic, e poi diventato capitano e leader della squadra, grazie al carattere e alla personalità, anche lui a segno all’esordio in Champions, un anno prima di firmare il gol decisivo per il successo nell’intercontinentale a Tokyo contro il River Plate. Guarda caso, dopo la sua splendida rete al Villarreal, Vlahovic ha detto di non essere contento perché la Juventus non aveva vinto. Carattere e personalità, appunto, al di là dell’abilità tecnica.

    UMILE COME PABLITO - E infine ecco la più grande differenza rispetto a Ronaldo che lo rende più completo di lui, perché Vlahovic si è inserito nella Juventus con la stessa umiltà di Paolo Rossi, rimasto sempre lo stesso anche dopo aver trascinato a suon di gol l’Italia al trionfo Mondiale nel 1982. Anche Pablito, che era un classico centravanti, incominciò a giocare con la maglia numero 7 nelle giovanili della Juventus e poi nel Como, prima di diventare un vero 9 a Vicenza grazie a G.B. Fabbri, uno dei suoi maestri insieme con Enzo Bearzot. Perché un campione non pensa soltanto ai propri record ma mette i suoi gol al servizio degli altri, che a quel punto lo stimano ancora di più. E proprio quest’ultima qualità ci regala la certezza anticipata che Vlahovic sarà più amato di Ronaldo, dai compagni e dai tifosi. In ogni caso più completo, se non addirittura più forte.

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