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'Ciccio' va ancora in doppia cifra: questo Caputo è da big
Nel Sassuolo disegnato da De Zerbi, Caputo agisce da punta centrale, vertice alto di un triangolo che ha in Berardi (a destra) e Boga (a sinistra) i due fantasisti. Abbiamo avuto modo di seguire più volte dal vivo le partite dei neroverdi e ogni volta abbiamo apprezzato il 'lavoro sporco' di Caputo. I movimenti lungo tutto l’arco dell’attacco a favorire gli inserimenti dei compagni, la ricerca della profondità, il palleggio raffinato che gli permette di dialogare con compagni che sanno tutti come trattare il pallone (il Sassuolo è un esempio virtuoso in questo senso: ci sono poche squadre che in fase offensiva hanno un ventaglio ampio di soluzioni) sono qualità che questo vecchio ragazzo riesce a riassumere molto bene. Se Andreazzoli ad Empoli aveva esaltato la sua capacità di incidere negli ultimi venti metri (26 gol in B, 16 al primo anno vero di Serie A); con De Zerbi (che già l’avrebbe voluto quando era a Foggia e a Palermo) Caputo ha trovato un’identità più marcata, completando il proprio repertorio e rivelandosi un attaccante a tutto tondo che farebbe comodo - almeno nelle rotazioni dell’attacco - a molte squadre di prima fascia.
C’è un altro dato che gioca a favore di Caputo. Dal 2014 - estate che ha segnato il suo rientro dopo la squalifica - ad oggi ha saltato una manciata di partite, giocando praticamente sempre, a conferma di una integrità fisica che lo assiste da tempo. Ora Caputo va a caccia di record. Quello personale, con il traguardo dei 150 gol in carriera (tra A e B è fermo a 145) e quello in casa Sassuolo, cercando di superare il miglior marcatore nella storia neroverde, il compagno di squadra Berardi che nel 2013-14 - primo anno in A - arrivò a quota 16. In caso di obiettivo centrato, festeggerà con la birra che produce ad Altamura, casa sua.