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  • Ciccio Caputo a CM: "Vi racconto il mio provino per Campioni Il Sogno"

    Ciccio Caputo a CM: "Vi racconto il mio provino per Campioni Il Sogno"

    • Francesco Guerrieri
    Immaginatevi Ciccio Caputo tra Giuffrida, Alfieri e Gullo, tre protagonisti della prima edizione di 'Campioni il Sogno'. Oggi loro hanno abbandonato il sogno di diventare calciatori e - chi più chi meno - lavorano in tv. Caputo, invece, bocciato in quel provino per la trasmissione televisiva, nel calcio è entrato dalla porta principale. Prima il Noicattaro in C2, poi Serie B e A, dove ha segnato 70 gol. L'attaccante, ospite nella nostra redazione, se la ride guardando il video-messaggio di Ciccio Graziani, e racconta: "Io quel provino non volevo neanche farlo".

    Com'è nata l'idea?
    "Ha organizzato tutto un mio amico d'infanzia senza dirmi niente. All'epoca giocavo in Eccellenza e lui mi ripeteva spesso che dovevo puntare più in alto, così a mia insaputa chiamò a nome di tutti e due la redazione che ci fissò un provino a Cava de' Tirreni. Quando me lo disse non volevo andarci, ma alla fine mi feci convincere".

    In cosa consisteva il provino?
    "Durava sì e no tre minuti. Uno slalom intorno ai coni, tiro in porta e stop. Mi hanno mandato via con la classica frase 'le faremo sapere', e poi non mi ha più chiamato nessuno. Ma è stata una parentesi divertente, ho ancora delle foto che conservo con piacere".

    Che ti ha detto Ciccio Graziani?
    "Immagino che non si ricorderà di me, eravamo tantissimi ragazzi. Quando ho fatto il provino a osservarmi c'era Magrini, il suo vice". 

    Se non avessi fatto il calciatore?
    "Forse sarei rimasto in Puglia a lavorare con mio padre e i miei fratelli, magari avrei aperto un'impresa edile con loro. Qualcosa mi sarei inventato... Da piccolo ho fatto anche il muratore, un'esperienza bellissima della mia adolescenza: mi ha aiutato a crescere e a capire tante cose".

    A 35 anni ti sei rimesso sui libri prendendo il diploma di ragioneria.
    "Non è stato facile, ma era un obiettivo che mi ero prefissato anche per dare un esempio ai miei figli. In quel periodo giocavo alla Sampdoria, vivevo a Genova e facevo le lezioni online con una scuola di Bari".

    Più ansia davanti ai professori o davanti alla porta?
    "Davanti alla porta non ho mai avuto ansia, il gol è il mio pane quotidiano. Ed è sempre stata la mia forza".

    I gol sono il pane quotidiano, il pane d'Altamura è l'ingrediente speciale della tua Birra Pagnotta.
    "Sono quasi 10 anni che ho quest'azienda. L'idea è nata a cena con quello che poi è diventato mio socio, mi suggerì di produrre insieme birra fatta con un prodotto della nostra terra e di inventarmi un'esultanza legata a questa birra. Così, dopo qualche ricerca, decidemmo di fare la birra con il pane di Altamura perché non l'aveva mai fatto nessuno".

    Ma come fate a fare la birra con il pane?
    "Il pane viene sbriciolato e messo nella fermentazione della birra, ha un sapore molto particolare. I primi tentativi non sono stati un granché, ma con il tempo abbiamo trovato l'equilibrio giusto. Oggi abbiamo un'azienda nostra, un birrificio e un'enoteca; facciamo birra bionda, rossa, vendiamo vini e superalcolici. Ci siamo ingranditi, cerchiamo di allargarci il più possibile".

    @francGuerrieri

     

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