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  • Ciccio Caputo a CM: "Conte? C’era chi vomitava in campo per i suoi allenamenti"

    Ciccio Caputo a CM: "Conte? C’era chi vomitava in campo per i suoi allenamenti"

    • Francesco Guerrieri
    Accento pugliese, cuore barese e per sempre grato ad Antonio Conte. Quando Ciccio Caputo parla dell'incrocio Bari-Conte gli brillano ancora gli occhi. Come quel giorno che entrò per la prima volta nella curva dello stadio San Nicola. Ospite nella nostra redazione, l'attaccante ha azionato la macchina del tempo tornando a quel pomeriggio con lo zio in Curva Nord. Nella mente si susseguono diapositive un po' sfocate, ma ce n'è una ben ben nitida in primo piano: "Era un Bari-Cremonese - ricorda Caputo - un'emozione bellissima, non la scorderò mai. Quando sono diventato calciatore ho dovuto abbandonare questa passione".

    Una volta però in curva ci sei andato lo stesso.
    "Giocavo proprio nel Bari, e quella settimana ero squalificato. Così un mio carissimo amico mi ha invitato ad andare in curva: tornare lì dopo anni, da calciatore della squadra per la quale ho sempre tifato, mi ha fatto venire i brividi".

    Nel 2008 a Bari incroci Antonio Conte, segni 10 gol e la squadra sale in Serie A: "Gli sarò grato a vita", dirai. 
    "Conte è stato uno dei primi a credere in me, un maestro di calcio che mi ha lasciato tanto. Quell'anno il Bari era stato costruito per vincere il campionato, in rosa c'erano attaccanti forti ma lui mi ha sempre tenuto in considerazione nonostante venissi dalla C2. Lui mi ha voluto anche quando era a Siena in Serie B, per sostituire Immobile che andò a Grosseto; e anche quella volta conquistammo la promozione".

    Conte è famoso anche per i suoi allenamenti molto duri.
    "E' così, l'ho vissuto sulla mia pelle. Ho visto ex compagni stremati a terra a vomitare perché non reggevano quei ritmi. Ma se riesci a resistere alla fatica, i risultati arrivano e in campo corri il doppio degli altri; ti senti più forte".

    Chi è l'allenatore al quale sei più legato?
    "Ho un bel rapporto di stima e rispetto con De Zerbi, un altro allenatore che ha provato spesso a portarmi con sé".

    Ce l'ha fatta a Sassuolo.
    "Già a maggio della stagione precedente mi chiamò per dirmi che avrebbe fatto di tutto per prendermi: 'Se vuoi fare 20 gol in Serie A devi venire da me', mi disse. Ne feci 21. E arrivai in Nazionale. Ogni tanto ci sentiamo, è un allenatore che non dimenticherò mai".

    Che differenze ci sono tra De Zerbi e Conte?
    "Hanno due idee di calcio diverse. Conte è un grande lavoratore, cerca la vittoria in ogni modo e vuole costruire la squadra in base alla sua filosofia. De Zerbi ha un'attenzione maniacale a tutto, vive di calcio h24. Ci raccontava che a volte la notte non dormiva per vedere partite e prendere informazioni. Potete chiedergli qualsiasi cosa, sa veramente tutto".

    Un aneddoto su De Zerbi?
    "In campo pretende moltissimo. A volte si arrabbiava e rinviava palloni a caso se qualcuno sbagliava un passaggio di un metro. Perdeva la testa. Ma chi l'ha vissuto sa che lui è fatto così e bisogna andare oltre, perché quando si scende in campo fa divertire la squadra".

    A Sassuolo hai giocato anche con Berardi, spesso uomo-mercato ma alla fine rimasto in Serie B.
    "Siamo stati insieme due anni e vi posso dire che è un giocatore fortissimo. Credo sia stato bloccato dal brutto infortunio subìto, quando rientrerà bisognerà capire le sue condizioni: se in forma è un giocatore da squadre tra le prime cinque in classifica, bisognerebbe chiedere a lui perché non ha voluto mai fare il passo importante". 

    @francGuerrieri

     

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