Christian De Sica: 'Roma-Lazio? Amo il calcio senza bandiere'
L'attore e regista Christian De Sica parla di calcio alla Gazzetta dello Sport. 'Io eterno giovane come Totti? Beh, ma lui è un ragazzo ancora nei 30 anni... - le sue parole -. Analogie? Calchiamo palcoscenici così diversi, non saprei, non lo conosco di persona. Forse ci accomuna la tenacia. Io se non avessi avuto l'affetto del pubblico, avrei già finito. Circa cinquemila persona a sera sono una carica di vitalità pazzesca. Altrimenti sarei alla mercè di quella intellighenzia tutta italica che si diverte a massacrarti. Anche il calciatore è a tu per tu con il pubblico: un torero nell'arena. E il pubblico è il motore di questo mestiere. Ma attore, un calciatore non può salire in cattedra e dire: ecco, ora vi insegno io come si fa. Uno spettacolo, che sia un film, un musical, una partita di calcio, insegna sempre qualcosa. Anche i film di Natale, checché se ne dica, dicono delle verità. Ma gli insulti dei tifosi sono una cosa orrenda. Dimostrazione di ignoranza pura, di cosa non ha fatto la scuola, la famiglia, lo Stato. Anche la televisione ha una grande responsabilità: è molto più volgare un dibattito in cui tutti si insultano, di un vaffa... di Boldi o De Sica. Roma o Lazio? In verità non sono un gran tifoso di calcio. Lo seguo, ma senza bandiere. Mi hanno attribuito la Lazio perché in un film ho interpretato un laziale e poi andavano matti a contrappormi a mio cognato Verdone. De Laurentiis, quando è diventato presidente del Napoli, mi ha fatto fare un giro del San Paolo, ma non ho mai visto una partita: se poi perdeva con me in tribuna... Me lo guardo in televisione il calcio, un po' di tutto, anche quello di livello internazionale. Mi piacciono le belle giocate'.