Chirico: 'Suarez, telenovela scandalosa: c'è voglia di Juve in B, quando un altro uruguagio col passaporto falso...'
I 18 milioni di prestito sono tanti? È all’incirca lo stesso prezzo che, alla fine, chiedeva la Roma per Dzeko. Che adesso rimarrà dov’è, perché alla lunga i giochetti di mercato stancano. Stressano i tifosi, figuriamoci i dirigenti dei club coinvolti in queste estenuanti operazioni. Soprattutto quando capiscono di essere presi per il naso, com’è capitato appunto nella trattativa parallela Dzeko/Milik: ad un certo punto Paratici e Nedved si sono giustamente seccati ed hanno virato su Morata. Perché non si può giocare al rialzo (dai 10 milioni iniziali di cartellino si è passato prima ai 12, poi ai 15 e infine ai 17) , trovare un accordo tra le parti e poi non liberare mai il giocatore (Dzeko) finché alla Roma non arrivava il sostituto (Milik) .
Problemi loro se oltre al polacco non avevano previsto nessun piano B.
Così com’è rimasto con Milik ancora in casa pure ADL, convinto di procrastinare magari fino al 5 ottobre la telenovela dei 2 centravanti e fare così un dispetto alla Juve, impedendole di prendere l’attaccante che le serviva e farlo giocare – guarda la coicidenza - proprio contro Roma e Napoli. L’ostruzionismo di entrambe, alla lunga, è parso evidente pure ai dirigenti bianconeri, che si sono tirati fuori.
Così come avevano già fatto in precedenza con Suarez, e adesso varrebbe la pena aggiungerci un bel “per fortuna” , considerando la piega presa dalla questione cittadinanza. La Juventus si è tirata fuori in tempo, prima che scoppiasse il caso degli esami truffa scoperti dalla Guardia di Finanza, che indaga su quell’Università per Stranieri da febbraio scorso, però il bubbone è scoppiato solo dopo che è transitato da quelle parti un giocatore al quale era interessata la Juventus. Una tempestività chirurgica.
A prenotare a Suarez quell’esame a Perugia era stata proprio la Juve, lo sapevano tutti, però pressioni per farglielo passare non ne avrebbe fatte, stando a quanto ha dichiarato il colonnello Sarri (guarda la fatalità) della GDF: “è stata iniziativa di chi lavora in quell’Università” ha specificato. Ma ha pure aggiunto sibillino: “La Juve non è indagata, attualmente, vediamo cosa emergerà”. Gatta ci cova. Vediamo.
Quattordici anni dopo Calciopoli siamo comunque ancora lì, con la speranza nel cassetto di rispedire pure stavolta in B la Juventus. Per un giocatore mai acquistato e che non giocherà neanche un minuto con la maglia bianconera, e come tale non esistono i presupposti di reato neppure per il codice di giustizia sportiva.
In Italia un altro uruguagio giocò – lui si, con passaporto falso – oltre 200 partite in Serie A e se la cavò con 4 mesi di sospensione, mentre il suo club con un multone di 2 miliardi di vecchie lire. In questo caso, Suarez non rischia nulla – parola di Sarri, il colonnello – la Juventus forse solo una tirata d’orecchie. Asciugatevi la bava.