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  • Chirico: scudetto e nuove regole, alla Juve non piace vincere a tavolino. A differenza di altri

    Chirico: scudetto e nuove regole, alla Juve non piace vincere a tavolino. A differenza di altri

    • Marcello Chirico
      Marcello Chirico
    Vi facessi questo cognome, Nakata, cosa vi verrebbe in mente? A me un unico ricordo: il campionato 2000- 2001 e un suo gol, quello del momentaneo 2-1 della Roma nella sfida con la Juventus (finita poi 2-2), a Torino, il 6 maggio 2001. Due giorni prima, il 4 maggio, la FIGC modificò la regola sull’utilizzo degli extracomunitari in Serie A, cancellando il tetto in vigore fino ad allora dei 3 utilizzabili in tutto, tra campo e panchina. Questa modifica permise alla Roma di avere a disposizione l’intera rosa nelle ultime 6 giornate del torneo, permettendo così proprio a Nakata di darle una mano nella conquista di quello scudetto. Un cambio di regole in corso d’opera che fece parecchio discutere. Così come lo fu, l’anno prima, a Perugia lo stop di 76 minuti – tra 1° e 2° tempo – nella gara tra i locali e la Juventus,  l’ultima giornata di quel campionato. Anziché rinviare la partita al giorno dopo, la si giocò in una piscina, la Juve la perse e lo scudetto andò alla Lazio.

    Due modifiche, sempre con la Juventus di mezzo. Che ci rimise in entrambe le circostanze. Con la FIGC ad orchestrare il tutto. Per questo, e per come venne poi gestita Calciopoli prima e dopo, non nutro particolari simpatie per  la Federazione, diffidando sulla bontà di ogni sua decisione.  Comprese le modalità d’assegnazione dello scudetto 2019/20 in seguito all’emergenza covid 19, attualmente allo studio.  Dopo troppi tentennamenti, il calcio è riuscito a fermarsi. O meglio, Coni e Governo sono riusciti a fermarlo, perché le intenzioni delle istituzioni calcistiche erano altre. Fino al 3 aprile i campionati professionistici si bloccano, e dal 4 aprile in poi si ragionerà se e come riprenderli sulla base dell’evoluzione della situazione sanitaria nazionale.

    Le proposte sul tavolo per la Serie A sono 3: l’assegnazione del titolo utilizzando la classifica della 24° giornata, l’ultima disputata per intero, e che premierebbe la Juventus; la non assegnazione dello scudetto; il ricorso a  play-off  e  play-out  per stabilire la squadra campione e le tre retrocesse. Come juventino detesto vincere a tavolino uno scudetto, è roba di cui in passato sono stati capaci altri, la Juventus FC sono sicuro lo rifiuterebbe. Così come trovo assurda, inaccettabile, persino offensiva, l’ipotesi  di disputare dei play-off. Una proposta che solo la FIGC poteva partorire e prendere in considerazione, considerati i brillanti precedenti del 2000 e 2001 documentati in precedenza. L’ennesimo cambio di regole a stagione in corso di cui la FIGC è maestra.

    Non si può, a metà marzo, e dopo avere già disputato ¾ di torneo, stabilire una cosa del genere, approfittando della situazione eccezionale che sta purtroppo vivendo il Paese. Non servono vergognose manfrine ma decisioni draconiane: lo scudetto o lo si assegna provando (se possibile) a disputare tutte le partite che restano, oppure non lo si assegna del tutto. Non esistono vie di mezzo, buone solo a rimettere furbescamente in gioco chi, ormai, è stato tagliato fuori dalla corsa al titolo. 

    Nello spazio di 1 punto ci sono solo 2 squadre, la Juve e la Lazio, ed è giusto siano loro due a giocarselo fino in fondo, sempre se esisteranno le condizioni sanitarie adeguate per poterlo fare.  Altrimenti si archivia tutto, ripartendo a fine agosto con un nuovo torneo. E utilizzando la classifica della 24° giornata solo per consegnare alla Uefa i nominativi dei club italiani da iscrivere alle competizioni internazionali. Il resto è fuffa, anzi, una furbata.  Così come lo è altrettanto la geniale pensata di assegnare la Coppa Italia attraverso una final-four, senza magari tenere conto dei risultati ottenuti nelle semifinali d’andata. Con la scusa di regalare una nuova formula, più intrigante e spettacolare. 

    Il 23 marzo Gravina e compagni si ritroveranno, in via Allegri, per riprendere in mano l’intero discorso e decidere.  Antenne dritte, e attenzione alle fregature.

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