Chirico: 'No ai playoff, sono scorretti: non vogliono far vincere la Juventus'
Il campionato continua, e a mio parere è giusto così: un altro lockdown sarebbe capitale per l’intero Paese, a maggior ragione per i club di calcio che da marzo scorso non incassano più un euro da biglietterie e abbonamenti. Una voce che alla Juventus fruttava, in media, dai 60 ai 70 milioni l’anno, e con bilancio che langue avrebbero fatto molto comodo pure questa stagione, in quanto non si può vivere di soli diritti tv. Sembra però che per iniziare a rivedere negli stadi un po’ più dei 1.000 spettatori consentiti oggi bisognerà attendere ancora un po’. Continuo a domandarmi perché, visto che – per esempio – in Germania qualche tifoso in più sulle gradinate lo si vede già. E non mi pare che lassù siano messi molto meglio per quanto riguarda la situazione Covid. Si convive col virus, con le dovute precauzioni. Lo si sta facendo pure nel nostro Paese, ma al calcio sembra consentito farlo fino ad un certo punto. Intanto la Lega, dopo mesi, ha deciso di recepire le norme Uefa sulla disputa delle partite in caso di contagi, e quindi il rischio che la Serie A possa fermarsi al momento sono minime, a meno che la situazione non degeneri, ma al momento pare abbastanza sotto controllo. Per intenderci, non ci si trova a vivere quella della scorsa primavera.
Vivendo in una situazione di crisi sanitaria costante, il peggioramento va comunque messo in conto, e allora in FIGC ha ripreso a circolare la solita parolina: playoff. Quelli che piacciono tanto al presidente federale e vengono sponsorizzati dai tanti desiderosi di novità. Una soprattutto: che termini al più presto l’egemonia nazionale della Juventus, in quanto 9 tricolori di fila ai più risultano indigesti. Perché saranno pure “scudettini” di scarso valore se confrontati con una Champions, ma appena quel triangolino finirà sulle maglie di qualcun altro assumerà un valore storico, epocale. Lo scudetto tornerà in automatico ad avere un suo perché. In questo senso, i playoff potrebbero dare una mano al cambiamento.
Non sono contrario a priori a questa nuova formula che ha raccolto non pochi consensi durante l’ultima edizione di Champions League, contesto le tempistiche. Il covid è da più di 9 mesi uno sgradito compagno di viaggio della nostra vita e la nuova stagione calcistica è ripartita ugualmente, con la sua tradizionale formula elefantiaca a 20 squadre (ma la tanto auspicata riforma dei campionati a quando, signor Gravina?). Se il presidente FIGC avesse deciso di ricominciare introducendo i tanto amati playoff, proprio nella prospettiva neanche tanto remota di dover fare i conti col virus anche nel 2021, nessuno avrebbe avuto nulla da obiettare. L’importante è mettersi d’accordo fin dall’inizio sulle regole del gioco, così da scongiurare di doverle modificare in corsa fare pasticci.
Continuare a tenere nel cassetto l’ipotesi playoff è quindi scorretto. Adesso, o si mantiene la formula attuale fino alla fine oppure il campionato lo si chiude, non assegnando il titolo a nessuno a meno che lo stop non arrivi dopo almeno un intero girone d’andata, a quel punto si potrebbe considerare di darlo alla prima in classifica. Senza troppi mal di pancia nel caso fosse la solita Juventus. Patti chiari, presidente Gravina, non sorpresine tirate fuori dal cilindro all’ultimo minuto e vendute poi come necessarie per il bene del sistema calcio.