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  • Chirico: 'La Juve e Allegri finalmente si fanno sentire con arbitri e Var, era ora'

    Chirico: 'La Juve e Allegri finalmente si fanno sentire con arbitri e Var, era ora'

    • Marcello Chirico
      Marcello Chirico
    Fermi tutti: la Juventus si difende e attacca frontalmente l’AIA e i suoi arbitri /varisti. Talmente un fuori programma da fare notizia e spiazzare gli stessi tifosi bianconeri, abituati a vedere la propria società sempre silente di fronte a tutti i torti (taluni persino clamorosi) subiti finora sul campo. La Juve lo ha fatto lontano però da telecamere e taccuini, mantenendo invece in pubblico la propria sobrietà di giudizio. 

    Quella a cui ci aveva abituati da anni Massimiliano Allegri, mai sopra le righe dopo ogni singolo episodio arbitrale a sfavore della propria squadra, al quale seguivano sempre i complimenti (a questo punto deduciamo, ironici) nei confronti dei direttori di gara. 

    A Marassi, dopo il mani di Bani non punito con il penalty e l’entrata pericolosa di Malinovskyi su Yildiz, anche Allegri ha perso il suo aplomb ed ha – finalmente e altrettanto giustamente – alzato la voce nei confronti dell’arbitro Massa (pluri-recidivo) e del varista Fabbri. Ha pompato il volume delle proprie rimostranze così tanto da prendersi 10mila euro di multa e una diffida, come riporta il referto del giudice sportivo. A tenergli le parti ci sarebbero stati anche un paio di dirigenti bianconeri, non multati. Dirigenza che, a sua volta, si sarebbe poi fatta sentire anche nelle sedi istituzionali opportune (AIA, ndr)

    C’è chi, inevitabilmente, ha commentato acido “è tornato il metodo Moggi”, ma da quest’altra parte la replica non può essere che una: evviva, era ora! Ed è arrivata anche fin troppo tardi perché, tra un errore e l’altro (e vantaggi concessi ad altri) la Juventus ha perso per strada punti che l’avrebbero mantenuta a stretto contatto con la capolista Inter.

    L’alterco che oggi fa notizia si è verificato a fine partita, con toni  andati gradualmente in crescendo, in parallelo con le risposte no-sense date da Massa ad Allegri. Tipo quella sulla mancata espulsione - “mancava un minuto alla fine, non sarebbe certo cambiato il risultato” - che avrebbe fatto infuriare persino Giobbe, considerando tra l’altro discutibili gli appena 3 minuti totali di recupero concessi. Ma ancora più urticante è stata l’assenza di sensibilità da parte di Massa di fronte ad un intervento così grave, in grado di mettere a repentaglio l’incolumità fisica di un giocatore.

    E qui Allegri ne ha avute da dire pure per Fabbri, colui che lasciò correre su in intervento simile di Berardi su Bremer a Sassuolo. In Genoa-Juve c’era lui a Lissone e, come ammesso dallo stesso designatore, avrebbe dovuto richiamare l’arbitro alla on field review. Ma venerdì scorso, tra tutti e due, ne hanno invece combinate più di Bertoldo e Cacasenno. 

    Perché anche sul tocco di braccio in area di Bani c’è molto da discutere e recriminare, rammentando quante volte De Ligt venne punito per episodi analoghi, così come sono stati concessi rigori per molto meno. Non c’entrano protocollo o nuove regole, ma come piuttosto come vengono adottati ed interpretati entrambi. Ogni volta in maniera diversa, perché – come va ripetendo proprio Allegri – prevale sempre la soggettività. Dell’arbitro o del varista, con quest’ultimo che spesso prevarica sul direttore di gara. E non ce la si può cavare dicendo che è uno dei tanti episodi di campo. Non regge. 

    “Quindi vuoi dire che c’è malafede?” è stata la  replica di Massa alle giuste proteste di Allegri, che a quel punto ha fatto che abbandonare l’agone, con (penso) la piena solidarietà di ogni juventino. Che vorrebbe vedere sempre così inviperito chi rappresenta la sua squadra. Non c’è malafede? Non c’è complotto? Benissimo, ma che la risposta dell’AIA sia convincente e non la solita 'supercazzola'.

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