Chirico: 'Juve, se lasci partire Ronaldo è una sconfitta. Una barzelletta che gli Agnelli non possano permetterselo'
Da come ha parlato Ronaldo, con la faccia con cui l’ha detto, si é capito solo che se trova da qualche altra parte una situazione che lo soddisfa e gli da più garanzie tecniche della Juventus, lui va lì. Con tanti saluti a Torino, dove sembrava si fosse ambientato benissimo e volesse addirittura fermarsi anche oltre i 4 anni previsti dall’attuale accordo. In effetti, non più tardi di 6 mesi fa, alla Continassa si ragionava anche sulla possibilità di un prolungamento, poi però tutto è degenerato, tra risultati non all’altezza conseguiti dalla squadra, allenatore saltato, difficoltà finanziarie acuite dall’emergenza covid, la crescente insoddisfazione da parte dell’interessato, una rivoluzione societaria in atto, il tutto accompagnato dalla diffusa convinzione che la partenza di Ronaldo potrebbe rivelarsi salutare sia per la squadra che per il bilancio.
Mettiamola così: Ronaldo starebbe pensando di levare le tende, ma alla Juve sembra che la cosa non dispiaccia così tanto. Pure molti tifosi si sono convinti che, liberandosi dei 62 milioni lordi di stipendio ai quali aggiungere i 30 del cartellino, la Juve potrebbe permettersi un mercato di rafforzamento interessante. Informo costoro che per il solo Locatelli il Sassuolo chiede 40 milioni e la Fiorentina per Vlahovic minimo una sessantina (sempre se Commisso decidesse di cederlo). E i soldi sarebbero già belli che finiti. Squadra rinforzata? Incominciamo col dire che, se all’attuale rosa togli Ronaldo, dovresti avere poi uno lì in attacco che ti garantisca i 36 gol stagionali del portoghese. E i bomber costano cari, soprattutto quelli che fanno al caso della Juventus, che in questo momento non dispone di grande liquidità.
Si potrebbe scambiare Ronaldo con Icardi? Se si accusa Cristiano di giocare per se stesso, l’argentino è uno dei meno propensi a sacrificarsi per la squadra, oltre a segnare decisamente meno di CR7. Gabriel Jesus? Bravo, vede poco la porta. È più giovane, certo, ma lo stagionato lusitano è ancora in grado di risolve le partite da solo. Se ha voglia, e ultimamente alla Juve gli è venuta meno, e lo capisco: dopo una stagione in cui vieni spodestato dal trono di campione d’Italia dopo 9 anni, te ne esci per la seconda stagione consecutiva agli ottavi di Champions e, pur rimediando una Coppa Italia e una Supercoppa, rischi di non qualificarti nemmeno per la Coppa Campioni dell’anno prossimo, a chiunque girerebbero le scatole. Figurati ad uno come Ronaldo, abituato a vincere tutto. Per giunta, mal sopportato.
Insomma, alla Juventus si sono create tutte le condizioni per poter perdere mister 5 Palloni d’Oro, quello che fino all’altroieri veniva presentato con orgoglio come il pezzo pregiato della casa. Adesso, se andasse via, sembra quasi farebbe un piacere a tanti.
Personalmente la ritengo invece una sconfitta, oltre che un danno a livello d’immagine. Gli Agnelli che non possono permettersi Ronaldo, sembra un paradosso, una barzelletta. Al Barcellona, dove il club catalano non naviga nemmeno lui in una situazione finanziaria florida, se ne guardano bene dal cacciare Messi, che costa ancora più del suo rivale di sempre. A Torino, invece, stanno per farlo con Ronaldo, salvo poi magari venderla come “una decisione presa da Cristiano”. Quello per il quale il presidente era volato in elicottero fino in Grecia per brindare, insieme a lui e al suo procuratore, a ciò che la stampa battezzò come l’affare del secolo. Solo tre anni dopo saremmo già al divorzio consensuale. Si fa fatica a crederlo. Delle due l’una: o si sbagliò a suo tempo a prenderlo, o si sta clamorosamente sbagliando ora.