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  • Chirico: 'Juve, rischio catastrofe se non vai in Champions. E Lapo dice tutto'

    Chirico: 'Juve, rischio catastrofe se non vai in Champions. E Lapo dice tutto'

    • Marcello Chirico
      Marcello Chirico
    Nove anni di successi (in Italia) fanno indubbiamente curriculum. Nove scudetti di fila rappresentano da soli un inconfutabile attestato di bravura: se non sei bravo e capace, certi risultati unici non li ottieni. Da quando esistono i campionati di calcio con la formula del girone unico nessuno è riuscito a realizzare un’impresa del genere, infatti è un record da guinness dei primati. La storia e la vita però non si fermano, proseguono, e non ci si può crogiolare negli allori. In qualsiasi azienda, compresa la Juventus. Soprattutto alla Juve, dove la vittoria “è l’unica cosa che conta”. Già arrivare secondi è una diminutio, una sconfitta, figuriamoci terzi o addirittura quarti. Anche alla Juve i manager vengono valutati sui risultati, e capiterà pure stavolta, nonostante quei 9 anni trionfali. Lo sbaglio, l’errore, sono ammessi, perché possono capitare (errare è umano) ma non devono essere troppo gravi. Non sarà di certo la conquista di una Supercoppa italiana a mascherare una stagione finora altamente deludente, e che potrebbe addirittura diventare catastrofica in caso di non qualificazione alla prossima Champions. Un rischio reale.

    Ma perché si è arrivati a questo sfacelo? La domanda andrebbe posta ad Andrea Agnelli, considerando che chi comanda è lui. Aveva tra le mani una macchina pressoché perfetta e ha permesso ai suoi sottoposti di smontarla pezzo per pezzo, fino a distruggerla. Come ripete spesso il presidente, in un club “ciascuno è responsabile e risponde delle proprie azioni”, eppure - nonostante i primi segnali di cedimento registrati nella scorsa stagione - lui ha consentito si proseguisse nello smantellamento.

    Aggiungendoci pure del suo, diciamo pure, con un pizzico di presunzione: il pensare di poter affidare la Juventus ad un neofita come Pirlo. Andrea era forse convinto di possedere gli stessi poteri della Fata Madrina e riuscire a trasformare le zucche in carrozze dorate. Un errore già commesso 11 anni prima dal cugino John, con Ciro Ferrara, ma Andrea ha voluto riprovarci lo stesso, ritenendosi magari più bravo, più intuitivo e magico. La storia invece si sta ripetendo, non del tutto uguale ma quasi. Non sono esenti da colpe neppure Paratici e Nedved, ai quali – dopo il divorzio con Marotta – è stata interamente affidata la gestione dell’intero settore sportivo bianconero. Sono stati loro ad aver spinto per la sostituzione di Allegri con l’ex bancario Sarri, dopo averne ammirato le gesta al Napoli dove, però, non era riuscito a vincere nulla. Lo ha fatto alla Juve, seppur con fatica, non mostrando mai quel bel gioco che era stato il motivo principale della sua assunzione. Generò invece un tale scompiglio nello spogliatoio da doverlo esonerare per disperazione. Continuandolo a pagare. Non solo: dovesse trovarsi ora una nuova panchina, a Sarri dovranno essere corrisposti 2.5 mln di penale per non aver completato il triennio. Praticamente, un contratto capestro.

    La stagione successiva (quella in corso) Paratici & Nedved hanno smantellato l’intera mediana della squadra, ritenendo sostituibili Pjanic – Matuidi – Khedira con Rabiot-Ramsey- Bentancur e Arthur, ma il cambio non si sta dimostrando all’altezza. Hanno provato a prendere Suarez, ficcandosi dentro un casino mai visto che li ha poi costretti a virare sul prestito di Morata. Hanno rinunciato ad Haaland (pronto a firmare) preferendo investire su Kulusevski, e ritrovandosi, di fatto, senza nemmeno una quarta punta nella stagione in cui Dybala è perennemente ai box. Hanno ceduto Spinazzola e pescato il sostituto di Alex Sandro nell’Under 23 (ovvero, Lega Pro), e sacrificato Romero puntando ancora sull’acciaccato Chiellini. Mi fermo qui. Resta infine Pirlo, ora bersaglio principale della critica. La sua principale colpa non è l’impreparazione, ma aver accettato l’incarico, sopravvalutando se stesso e ritenendosi già pronto ad allenare la Juventus. La prima squadra, non la Under 23, come si era pensato al principio. La stessa presunzione del presidente, che lo ha scelto.

    Penso ci sia sufficiente materiale per un’approfondita riflessione, che alla Continassa mi pare sia già iniziata. Lapo scripsit: “Questa Juve è inguardabile, si salvano solo Ronaldo e Chiesa. I tifosi meritano una grande Signora”. Il resto verrà da se.

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