Chirico: 'Juve mai letale, ma il bello del calcio è vedere l'Inter prendere 4 punti con il Toro e i bianconeri'
Un difetto, quello della scarsa prolificità sotto porta, che la Signora si porta appresso da inizio stagione, ante e post Vlahovic, e che purtroppo non è stata ancora capace di risolvere. Nemmeno quando un risultatista come Allegri ha deciso di schierare sul campo l’intera potenza di fuoco bianconera, ovvero 4 attaccanti: la squadra è stata più propositiva, ma mai letale.
Non ha segnato DV7 strozzato dalla marcatura di Skriniar, ma non ci sono riusciti nemmeno un intraprendente Morata, un Dybala volenteroso (ma come sempre mai decisivo) ed un tonico Cuadrado. Ad un certo punto si è aggiunto pure Kean, ma per lui è stata l’ennesima presenza fantasmatica.
Nuovi moduli, vecchi problemi. Figli di errori commessi in fase di costruzione della rosa e che andranno necessariamente corretti in estate, visto che – come ha precisato Elkann – “la proprietà ha messo a disposizione della società le risorse per tornare grande”. Tradotto: basta 4° posti.
Quando però gira male , a concorrere alle sconfitte intervengono spesso anche altri fattori. Due evidenti: la sfortuna e l’arbitro. Una traversa e due pali sono lì a testimoniarlo. Tanto quanto la pessima prestazione di Irrati, sorprendentemente assolto dal designatore. Lui in campo e Mazzoleni al Var ne hanno combinate più di Bertoldo, decisioni che se fossero state prese a parti invertite la Juventus sarebbe finita alla gogna.
Oltre ad una discutibile distribuzione dei cartellini, ci sono i 2 episodi chiave nelle opposte aree di rigore: il penalty dato all’Inter, fatto battere 2 volte, e quello non dato alla Juve.
Iniziamo dal primo. I tocchi su Dumfries da parte di Morata e Alex Sandro ci sono stati, anche se potremmo discutere sull’effettiva intensità di entrambi, ma passiamo oltre. Dopo il solito Consiglio di Nicea tra arbitro e Var, il rigore è stato dato, tirato e parato da Szczeny, con palla che – dopo una carambola infinita – è entrata pure in rete. Irrati aveva però già fermato tutto perché aveva, correttamente, visto un fallo di Chalanoglu su Danilo prima e portiere poi. Però Mazzoleni gli ha segnalato un De Ligt entrato in area durante la battuta (un passo dentro, roba che non sanziona mai nessuno) e Irrati ha cambiato decisione e fatto ripetere il penalty. Ma non si era detto che ciò che vede l’arbitro in campo prevale su quanto visto in sala var? Avranno modificato il protocollo in corsa, come già capitato altre volte in questa e nelle stagioni precedenti. Del resto, dopo il “palla piena, vai avanti” di Toro – Inter ormai vale tutto.
Secondo episodio: spinta di Bastoni su Zakaria. Un fallo evidente, che infatti Irrati ha sanzionato con una punizione dal limite del lato corto dell’area. A Lissone qualcuno non era del tutto certo fosse avvenuto fuori area, e si sono messi a controllano. Altro consiglio di Vienna, dopodiché Mazzoleni ha confermato la posizione geografica del fallo. Sbagliando ancora, perché i fermo-immagine hanno tutti evidenziato che, oltre alla spinta, c’era un piede di bastoni su quello Zakaria proprio sulla riga. Riga equivale ad area, quindi rigore. Non per Mazzoleni, e neanche per Rocchi che lo ha promosso. Insieme a Irrati. Standing ovation per l’Aia.
Tra la coppia Guida/Massa in Toro-Inter e quella Irrati/Mazzoleni in Juve-Inter, nelle ultime due trasferte subalpine la squadra di Inzaghi si è portata a casa 4 punti, quando ne avrebbe meritato forse solo 1, o zero. Il bello del calcio.