Chirico: Dybala è sempre più un caso e ricorda tanto quello di Cannavaro
È roba di 16 anni fa, ma forse qualcuno se la ricorda ancora. Di sicuro la ricorderanno masticando amaro in tanti a Milano, sponda Inter, ma sono certo la rammenteranno invece con grande piacere anche molti juventini. Mi riferisco alla vicenda Cannavaro, colpo di mercato nerazzurro dell’estate 2002 ma super-colpaccio bianconero in quella del 2004, col tanto discusso scambio col portiere della nazionale uruguagia Carini. Perché l’Inter si privò in quel modo di un centrale difensivo così forte, insignito tra l’altro del Pallone d’Oro soltanto un paio di stagioni dopo? Perché Cannavaro fece di tutto per farsi cedere e passare alla Juve, facendo leva sui suoi supposti problemi fisici. Un mal di schiena talmente ossessivo da impedirgli spesso di scendere in campo al punto che, nel tentativo di risolverlo, l’Inter spedì il giocatore persino da uno super luminare in Israele, senza ottenerne però alcun risultato. Alla Pinetina maturarono così la convinzione che il problema di Cannavaro fosse irrisolvibile, e decisero di cederlo. Arrivato alla Juve giocò poi con estrema regolarità, liberandosi quasi magicamente di quegli acciacchi.
Sedici anni dopo, ho come l’impressione di rivivere una situazione quasi analoga – se non addirittura peggiore - con Dybala. Nella sua ultima stagione all’Inter, Cannavaro disputò 34 partite, l’argentino della Juve questa stagione ne ha messe in fila appena 15, e non tutte da titolare. Finora la sua annata calcistica e è stata contrappuntata da una serie infinita di stop, l’ultima delle quali il 10 gennaio scorso, quando gli venne diagnosticata una lesione di basso grado al legamento collaterale mediale del ginocchio sinistro. Inizialmente sembrava un infortunio di scarsa entità, risolvibile con una decina di giorni di stop, e invece da quel momento in poi Dybala non ha più rimesso piede in campo. E ogni volta che sembrava imminente il suo rientro, è arrivata una nuova ricaduta. “Anziché migliorare, il ginocchio continua a fargli male” ha spiegato uno sconfortato Pirlo in una delle ultime conferenze stampa.
Eppure, se la lesione del collaterale è bassa, la rottura è minima e la gravità dell’infortunio limitata. Lo ha confermato, in un’intervista a Tuttosport, uno specialista come Fabrizio Tencone (ex medico Juve): “Delle fitte possono riproporsi anche mesi dopo l’infortunio, sono fastidiose ma non un motivo di allarme”. Invece ieri Dybala è stato imbarcato su un jet privato e trasferito, con staff medico bianconero al seguito, a Barcellona, per una visita specialistica dal luminare Ramon Cugat in modo da vederci chiaro. Non trovate delle analogie con la vicenda Cannavaro? In quel caso, è vero, c’era un giocatore che voleva essere ceduto, in questo invece uno che vorrebbe restare nell’attuale club di appartenenza. Ma intanto col proprio procuratore spinge, da mesi, per un rinnovo di contratto che non arriva mai.
Dalla Continassa garantiscono esista la volontà del club a prolungare, seppur a cifre che non corrispondono alla richiesta dell’argentino. Si vocifera di un quadriennale solo da firmare, ma le firme vengono rimandate sine die. E Dybala continua ad avere male al ginocchio e a non rendersi disponibile per un finale di stagione in cui il suo contributo potrebbe essere determinante, nella rimonta sull’Inter in campionato e proseguire il cammino in Champions. Lui vorrebbe esserci, dare una mano alla squadra, però non ce la fa, dice di avere continui dolori. Salvo postare poi su Instagram un video in cui festeggia il compleanno del cane Kaia, inginocchiandosi e rotolandosi sul pavimento di casa.
A questo punto, delle due l’una: credere a ciò che dice il paziente, aspettando con fiducia il suo recupero, oppure iniziare a dare spazio al sospetto, perché qualcosa sfugge. Cannavaro docet.
Sedici anni dopo, ho come l’impressione di rivivere una situazione quasi analoga – se non addirittura peggiore - con Dybala. Nella sua ultima stagione all’Inter, Cannavaro disputò 34 partite, l’argentino della Juve questa stagione ne ha messe in fila appena 15, e non tutte da titolare. Finora la sua annata calcistica e è stata contrappuntata da una serie infinita di stop, l’ultima delle quali il 10 gennaio scorso, quando gli venne diagnosticata una lesione di basso grado al legamento collaterale mediale del ginocchio sinistro. Inizialmente sembrava un infortunio di scarsa entità, risolvibile con una decina di giorni di stop, e invece da quel momento in poi Dybala non ha più rimesso piede in campo. E ogni volta che sembrava imminente il suo rientro, è arrivata una nuova ricaduta. “Anziché migliorare, il ginocchio continua a fargli male” ha spiegato uno sconfortato Pirlo in una delle ultime conferenze stampa.
Eppure, se la lesione del collaterale è bassa, la rottura è minima e la gravità dell’infortunio limitata. Lo ha confermato, in un’intervista a Tuttosport, uno specialista come Fabrizio Tencone (ex medico Juve): “Delle fitte possono riproporsi anche mesi dopo l’infortunio, sono fastidiose ma non un motivo di allarme”. Invece ieri Dybala è stato imbarcato su un jet privato e trasferito, con staff medico bianconero al seguito, a Barcellona, per una visita specialistica dal luminare Ramon Cugat in modo da vederci chiaro. Non trovate delle analogie con la vicenda Cannavaro? In quel caso, è vero, c’era un giocatore che voleva essere ceduto, in questo invece uno che vorrebbe restare nell’attuale club di appartenenza. Ma intanto col proprio procuratore spinge, da mesi, per un rinnovo di contratto che non arriva mai.
Dalla Continassa garantiscono esista la volontà del club a prolungare, seppur a cifre che non corrispondono alla richiesta dell’argentino. Si vocifera di un quadriennale solo da firmare, ma le firme vengono rimandate sine die. E Dybala continua ad avere male al ginocchio e a non rendersi disponibile per un finale di stagione in cui il suo contributo potrebbe essere determinante, nella rimonta sull’Inter in campionato e proseguire il cammino in Champions. Lui vorrebbe esserci, dare una mano alla squadra, però non ce la fa, dice di avere continui dolori. Salvo postare poi su Instagram un video in cui festeggia il compleanno del cane Kaia, inginocchiandosi e rotolandosi sul pavimento di casa.
A questo punto, delle due l’una: credere a ciò che dice il paziente, aspettando con fiducia il suo recupero, oppure iniziare a dare spazio al sospetto, perché qualcosa sfugge. Cannavaro docet.