Chirico: 'Alla Juve conta solo vincere, Allegri se lo ricorda? Bandiera bianca col PSG e zero gioco in Serie A, cosa viene pagato a fare?'
Giusto che lo abbia pure Allegri, significa essere consapevoli di cosa gli possa dare la squadra al momento attuale. È però sconveniente sia proprio lui a dirlo ad alta voce, ad ammettere l’inadeguatezza della rosa che allenana. Non va bene, non può dirlo, non deve dirlo. Perché le motivazioni ai suoi giocatori dovrebbe essere proprio l’allenatore a trasmettergliele, altrimenti cosa ti hanno preso e ti pagano a fare. Soprattutto non puoi dirlo perché stai alla Juventus, l’8° club del ranking Uefa , hai una sala trofei zeppa di trofei nazionali e continentali tra cui 2 Champions (anche se le finali perse superano quelle vinte) e, da sempre, per il tuo club l’unica cosa che conta è sempre stato solo vincere. E quindi non puoi presentarti al Parco dei Principi come vittima sacrificale, designata da te stesso.
A meno che Allegri, alzando bandiera bianca prima ancora di scendere in campo, voglia ammettere di non essere stato ancora in grado, dopo un anno e mezzo che ha ripreso ad allenarla, a darle un gioco degno della Juventus. Che non significa – come intende lui – mettere in campo uno spettacolo circense, ma quanto meno un qualcosa che vada oltre al vuoto pneumatico visto prima a Genova e poi a Firenze. Due trasferte, 4 tiri in tutto in porta, 1 solo goal. “Ci siamo almeno allenati a non prenderne” ci ha scherzato sopra Max, ma la realtà è deprimente. Non solo la sua Juve non è migliorata rispetto alla scorsa stagione, ma gioca pure peggio. Nonostante partenze e nuovi arrivi.
Vada per il pragmatismo e il corto muso, però i pareggi non bastano, soprattutto se – come contro la Fiorentina – hai rischiato seriamente di perdere, soprattutto se Perin non avesse deviato sul palo il rigore di Jovic e in angolo la bordata di Amrabat. Pure Capello era uno molto pragmatico, ma vinceva lo stesso partite e campionati. Anche lui senza dispensare show, pur avendo in rosa fior di campioni.
Allegri non ne ha molti, e quei pochi o non stanno benissimo (Di Maria) oppure sono in infermeria (Pogba e Chiesa), però ci mette davvero poco del suo per cercare di far giocare almeno decentemente quelli che ha sani ed arruolabili. Sottil, con un’Udinese costruita con tanti buoni e anche ottimi giocatori (Udogie è uno di questi), ha dimostrato come si possa strapazzare la già tanto celebrata Roma di Mourinho e Dybala con un’ idea di calcio non radicata alla sola filosofia del “primo: non prenderle” e che ti porta poi a fare 1-1. Si può anche osare, essere coraggiosi e motivati, e vincere. Pur non partendo favoriti, come appunto l’Udinese con la Roma, o questa Juventus a Parigi. Le motivazioni e il desiderio spasmodico di volercela fare sono fondamentali, nel calcio come nella vita.
Se a Firenze togli Di Maria e inserisci De Sciglio fai capire al tuo avversario che non vuoi vincere, così come sei già pronto a prenderle dal PSG se mandi il messaggio che tanto il tuo vero avversario del girone è il Benfica. Ora Max verrà in conferenza a dire che intendeva un’altra cosa, ma intanto la frittata è fatta. Verba manent
Nel caso (molto probabile) di sconfitta a Parigi (sonora, o meno) le critiche saranno inevitabili, soprattutto si dovesse rivedere la Juve del Franchi, o anche solo quella di Villareal nell’ultima Champions (2 tiri in porta in tutto), e il “tanto conterà quella col Benfica” non eviterà ad Allegri una settimana agitata, e non per il semplice gusto di rovinargliela. La Juve del mezzo muso, incapace di vincere e priva pure di un gioco quanto meno efficace, inorridisce la critica e spazientisce i tifosi (eccetto quelli col salame sugli occhi). Chissà fino a quando i proprietari della Juventus saranno disposti ad accettare tutto questo.