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    Chievomania:| Uribe, perso e ritrovato

    Chievomania:| Uribe, perso e ritrovato

    Perso e ritrovato. Pochi sanno che, ad un certo punto della sua breve avventura veronese, Fernando Uribe avrebbe potuto emigrare altrove. Stella opaca, la sua. Colpa della lontananza dal suo mondo. Colpa anche di una mira ancora da tarare. Uribe era arrivato a Verona con la fama di giovane promessa del calcio colombiano. Su di lui gli occhi di addetti ai lavori e curiosi del calcio. Nando doveva dimostrare e, in casi come questi, è necessario farlo subito. Purtroppo, però, il giovane attaccante arrivato dall'Once Caldas ha trovato subito poco spazio e i tempi di ambientamento sono stati molto lunghi.

    Clamoroso poi l'errore commesso all'Olimpico di Torino contro la Juve. Porta vuota, palla da spingere in rete, un tocco facile facile. Ma Nando sbaglia tutto e finisce sulla graticola. Poco importa che quella notte abbia segnato la sua prima rete italiana. Ad Uribe si chiede molto di più. L'estate, la pausa, il silenzio, gli hanno permesso di conoscere Verona, il calcio italiano, e di riabbracciare finalmente la sua famiglia. Per un ragazzo che muove i suoi primi passi lontano da casa non è certo un dettaglio.

    Uribe si è dovuto fermare per sei settimane a causa di un infortunio muscolare. Ha smarrito il sorriso ma si è fatto forza, e adesso è tornato in emersione. La testa fuori dall'acqua, i pensieri non più fradici. Nando poteva partire, alla caccia di nuove mete. Nando invece resta e si mette in fila. Ora è il quinto, il sogno è quello di scalare in fretta la classifica di merito del reparto d'attacco del Chievo. Appena arrivato a Verona ha detto: 'Mi sembra di sognare'. A un anno di distanza la realtà è molto più cruda. Uribe poteva partire. E' rimasto, e adesso deve dimostrare che quel lungo viaggio dalla Colombia all'ignoto è servito a qualcosa.

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