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Chievomania: tracollo nel derby. Ora si apre il processo al Chievo
E così inizia il processo al Chievo, dai vertici fino ai giocatori in campo, nessuno escluso. Le parti in causa sono ben nota: c'è il presidente Campedelli, sul quale si possono imputare scelte sbagliate a livello dirigenziale dopo l'addio dello storico e amato Nember; c'è il neo ds Romairone, per alcune sue scelte di mercato che ora si stanno seriamente già mettendo in discussione; c'è Maran, il più bersagliato dai tifosi, che sembra aver perso le redini del gioco e dello spogliatoio, ed infine gli stessi giocatori, che hanno perso quel mordente e quella cattiveria agonistica che li aveva sempre contraddistinti. Insomma, un processo a tutto tondo, alla luce di un Chievo che sta inesorabilmente cadendo nelle basse zone della classifica, con lo spettro della retrocessione che si sta sempre più concretizzando.
E allora è giusto già ora tirare le somme della stagione e individuare i primi colpevoli? Probabilmente un'analisi generale già la si può fare, partendo innanzitutto dall'allenatore e dai giocatori in campo. Maran sembra davvero aver perso la voce sul gruppo, tanto che non riesce più a spronare i suoi giocatori e a conferirgli la fiducia necessaria in un momento così delicato. Troppi alti e bassi anche a livello tattico e di gioco, con una manovra troppo stagnante in difesa, con poche ripartenze o azioni corali. Ora si gioca soprattutto a sprazzi, con qualche accelerazione sporadica o qualche lancio lungo verso delle punte troppo isolate. D'altra parte anche i giocatori hanno le loro colpe, rei di non saper tirar fuori la grinta almeno verso i colori della propria maglia, soprattutto di fronte ad un Hellas in forte difficoltà che si è però aggrappato tutto al coraggio. Giocatori come Birsa, sparito completamente dal gioco, o Castro, che sembra un lontano parente di quello visto nelle scorse stagioni, sono lo specchio di una squadra che ha bisogno di ritrovare in fretta l'orgoglio di tenere alto i colori clivensi.