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    Chievomania: grande stagione, chi ha inciso maggiormente?

    Chievomania: grande stagione, chi ha inciso maggiormente?

    • Federico Vaccari
    Rinnovi, obiettivi e riconferme. Appellativi che rianimano un’estate “calda” per i colori gialloblù del Chievo, protagonista un anno fa con un mercato scoppiettante che aveva però l’aria di una scommessa tutta da vincere. Una rosa rivista per trequarti con un grosso cambio in corso d’opera, l’addio di Sartori e l’arrivo improvviso di Luca Nember. Un rilancio che aveva però nel cuore il sapore della continuità e della praticità. Il tutto a registro di un Campedelli che ha saputo mettersi in discusso e ha saputo vincere la sua ennesima sfida. Il tutto partì con la riconferma di Corini, per un rilancio di stile: un Chievo 2.0 come ribadito dallo stesso presidente nella presentazione ufficiale della squadra di un anno fa, un rilancio iniziato con una rosa rimpolpata e di assoluto spessore. Già, una scommessa da vincere che però Campedelli ha dovuto rimangiarsi dopo un mese dall’inizio del campionato. Il rischio nell’esonero in corso d’opera dal sapore d’impresa, la repentina scelta di affidarsi ad un traghettatore autentico come Maran e la definitiva consacrazione dell’intero gruppo.
    Un gruppo che ha saputo riadattarsi ad un allenatore che ne ha risaltato tutte le potenzialità, ottenendo record su record per la categoria. Una media punti che li ha riportati alla salvezza con un mese e mezzo d’anticipo, con una difesa imperforabile ed un attacco rianimato dai suoi capisaldi. Numeri che valgono la riconferma del mister e di una stagione tutta da vivere. Chi i protagonisti?

    PORTA D’ACCIAIO 7, 5: Bardi rappresentava la linea verde adottata dal Chievo di Corini, un portiere che fin dalle prime battute ha dimostrato di meritare la categoria, pur rimanendo ai margini quando Maran ha puntato tutto sull’esperienza di Bizzarri. Una scelta non forzata, ma legittima per un portiere che ha di fatto protetto un intero reparto difensivo attraverso le sue parate.

    DIFESA D’ESPERIENZA 8: La rivelazione in assoluto del campionato è sicuramente lui, Zukanovic. Si è messo a disposizione fin dall’inizio, unico vero lampo d’autore di Corini tra i nuovi arrivati, vera spina nel fianco per tutti per la duttilità dimostrata e per la grande tecnica. Dimostra qualità da leader non indifferente, spostato anche al centro da Maran quando è servito, è stato anche decisivo con alcune reti davvero preziose. Un guerriero. Dainelli, Cesar, Frey e Gamberini invece, sono stati la garanzia che non si giudicano i giocatori dalla carta d’identità, ma dall’intelligenza e dalla lealtà con cui hanno gestito un reparto che alla lunga è divenuto imperforabile. I rinnovi dei primi tre (e Sardo) legittimano quanto detto pocanzi, sono ormai le bandiere del Chievo.

    CENTROCAMPO TURBO 7: Hetemaj, indiscutibilmente l’anima e il motore del centrocampo gialloblù. Corre per tutti, silenzioso ma vera forza in mediana per un Chievo che ha saputo spingere macinando chilometri grazie anche al suo senso tattico. Accanto a lui si sono spesso inter-cambiati Radovanovic e Izco, indispensabili e vere sorprese della squadra di Maran. Izco, già leader a Catania, ha dimostrato fin da subito la propria caparbietà prima di un piccolo infortunio che lo ha costretto al forfait per alcune settimane. Radovanovic, invece, da alternativa di Rigoni nel cuore del cantrocampo è diventata vera spalla dei suoi compagni per dispensare geometrie e tante geometrie. Schelotto e Birsa hanno avuto la capacità di adattarsi al 4-4-2 di Corini prima e di Maran poi, per riproporsi in una zona del campo che comunque li ha fatti crescere e divenire determinanti come supporto all’attacco gialloblù. Anche in fase difensiva soprattutto Schelotto si è adattato a fare il terzino quando chiamato in causa.

    TENORI D'ATTACCO 7, 5: P come Pellissier, bandiera che ha trovato con Maran fiducia in se stesso ma anche è divenuto decisivo con i suoi gol. Basta analizzare l’incidenza del capitano nelle partite chiave decise attraverso i suoi gol. Dalla prime due reti nella prima vittoria casalinga di Maran contro il Cesena, alla rete di Cesena al ritorno che ha permesso di salvarsi aritmeticamente. Come lui, anche per Paloschi la stagione a montagna russa non ha compromesso la sua cavalcata verso la doppia cifra. Timbri che sono coincisi con prestazioni migliori partita dopo partita, ha finito il campionato in crescendo e questo basta. Meggiorini, invece, non ha segnato quanto Paloschi ma è stato colui che ha saputo spesso spezzare gli equilibri attraverso le sue corse e i suoi assist. Un trascinatore che ha saputo trasformare i fischi di inizio anno a scroscianti applausi. Anche questo è il calcio.
     

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