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    Chievomania: prima non prenderle

    Chievomania: prima non prenderle

    • Federico Vaccari

    C’è una regola fondamentale nel gioco del calcio che rimane da secoli la medesima, ovvero quella di non prenderle. La seconda, invece, per necessità e virtù rimane quella di segnare sempre una rete in più degli avversari. Aggiungiamo, infine, il fatto che per tutti l’importante è farsi male il meno possibile. Proprio il Chievo, invischiato sempre in questi anni nella lotta per non retrocedere, nelle ultime stagioni in quanto a gioco non ha entusiasmo del tutto i propri tifosi. Anche Corini lo sa, ma dalla sua c’è stata la certezza di essere riuscito a rimediare con una salvezza ottenuta anticipatamente una stagione avara di sorprese, qualitativamente poco spettacolare e concretamente molto equilibrata nei bassifondi della classifica. Un gioco complessivo della Serie A che non ha rispecchiato i canoni del bel calcio, ma il Chievo ha saputo dosarlo al momento opportuno, sfruttando la pochezza di risultati altrui, sfruttando la vena esplosiva di Paloschi e tenendosi stretta quel minimo d’esperienza di uomini duttili e intraprendenti che sono risultati decisivi. Ma spesso questo non può bastare.


    Anticipo di un’estate in cui il Chievo è corso ai ripari per evitare un’altra stagione con l’acqua alla gola. Alcuni punti fermi che al momento sembrano intoccabili, soprattutto in attacco e centrocampo, ma anche alcune scommesse in ruoli cardini che dovranno confermare quanto di buono realizzato in questi anni dalla società. Una società mutata nell’anima dopo gli addii di Sartori, Nicolato, Costanzi, Margotto e De Vita, ma intatta nello spirito. Al momento la difesa rimane l’unico reparto ancora non del tutto decifrabile. Con gli arrivi della novità Zukanovic dal Gent oltre a Biraghi ed Edimar, il Chievo si è assicurato il dopo Dramé, ma a Dainelli e Cesar, assieme al terzino Sardo, il compito di tirare ancora una volta la carretta. Basterà per la teoria 'prima non prenderle'?

    Anche a centrocampo sono molte le novità, c’è ancora da capire chi sostituirà il partente Rigoni, Cofie in pole, ma sembrerà opportuno aspettarsi qualche altra decisiva novità in un reparto tra i più delicati e complicati. Inutile, inoltre, ribadire come sarebbe giunto il momento di trasformare in oro ciò che il cantiere del settore giovanile ha prodotto: le novità-Primavera Mbaye e Magri, solo per citare degli esempi, hanno rappresentato il fulcro di una società che non ha saputo del tutto migliorare questo aspetto. Ma gli arrivi di Birsa, utile al 4-3-1-2 di Corini, il francese Mangani e le conferme di Guana, Hetemaj e Bellomo (se non parte, quest’ultimo) garantiscono una base solida su cui fare affidamento.

    Se Bardi farà partire Puggioni, in attacco si spera che la vena realizzativa di Maxi Lopez e Meggiorini sia di quelle da annata pregiata, soprattutto con un Paloschi così e soprattutto con un capitano Pellissier che se rinuncerà al ruolo di prima punta, scalando leggermente più indietro per far segnare maggiormente i suoi compagni, potrebbe trovare maggiormente spazio nello scacchiere in movimento di Corini.

    Una squadra che sicuramente farà dell’equilibrio tattico e della forza fisica il proprio punto di svolta, si aggrapperà alla vena offensiva di giocatori tagliati per questo genere di campionati, ma c'è da sperare che non venga snaturata quella strana teoria che ha giovato in termini di obiettivi in questi anni: prima non prenderle.
     


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