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Chievomania: la fame di Maxi Lopez e Bardi nel 'new deal'
Corini rispetto a sette prima ha ridistribuito il centrocampo tornando all’antica. Fuori Mangani, dentro un po’ più di sostanza autenticata: Radovanovic in mezzo e Lazarevic nel tridente offensivo ha rappresentato il quadro meno sperimentale del Chievo ma di assoluta sicurezza. A Maxi Lopez il compito di fare la differenza nelle rare opportunità avute durante la partita. Una perla colta grazie ad una giocata autenticata con il suo ex compagno dei tempi di Catania, Izco.
Ma la vera prova del nove l’ha combinata il giovane portiere interista Bardi. La prova superlativa del talento dell’Under 21 ha riscattato ogni pregiudizio pre-stagionale e ha rilanciato le quotazioni di un Chievo che finalmente si scuce l’etichetta di una squadra ancora poco decifrabile di primo acchito, per divenire una possibile sorpresa tra le squadre che puntano a salvarsi.
Il rischio è duplice ma vi spiego perché. Una squadra rivoluzionata sia in termini societari che di formazione può correre il rischio o di andare a mille o di perdersi tra i meandri di una Serie A nuova. Campedelli si è preso le proprie responsabilità, Corini pure. C’era da aspettarselo che prima o dopo le risposte sul campo sarebbero arrivate, ma arriveranno anche da chi ieri non c’era.
Al momento, però, il Chievo si coccola i primi risultati soddisfacenti di due che la prova del nove l’hanno superata con crediti ad oltranza: stiamo parlando di Lopez e Bardi. Gente con fame e poco tempo per la fama. Perché al Chievo bisogna correre, mica c’è il tempo di gongolarsi.
La prova di Napoli è servita anche a questo.