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    Chievomania: grazie Chievo! Per ritrovare la serie A però, serve prima ritrovare la società

    Chievomania: grazie Chievo! Per ritrovare la serie A però, serve prima ritrovare la società

    • Alessandro Righelli
    Solo una parola: grazie! Sì, perché bisogna solamente ringraziare una squadra che, partita dai campetti di periferia, è riuscita a regalarci 11 anni di serie A. Più di una decade di emozioni, di vittorie, sino anche a regalarci una partecipazione in Europa League (chi se lo scorda quel 19 settembre 2002?). Il Chievo è sempre stato questo: il sogno calcistico dei più piccoli; di chi partendo da lontano, arriva tra i grandi e non smette mai di crederci. Il Chievo è il sogno di un quartiere che si è caricato sulle spalle una città, con i suoi colori e la sua passione, fino a diventare simbolo di quella italia del pallone che crede ai miracoli sportivi.

    Guardando all'ultima stagione, purtroppo, non si può dire altro se non che sia stata praticamente fallimentare. Iniziata con vicende oltre il campo, che hanno inesorabilmente compromesso il proseguo del campionato. Forse poteva essere fatto qualcosa di diverso, soprattutto in inverno, ma non siamo qui ora a giudicare, lo faremo in un altro momento con maggior accortezza d'analisi. Ora quello che è importante dire, in questo frangente, è la speranza che ci sia la voglia immediata di tornare nella massima serie, auspicando però un pronto rinnovo di tutta la rosa. 

    Questo Chievo ne ha fatta di strada, come ne hanno fatta i suoi interpreti, che per anni hanno combattuto per questi colori. Allo stesso modo degli eroi quindi, molti giocatori presumibilmente vorranno lasciare le armi. In tutti i reparti ci sarà bisogno allora sia di forze fresche e nuove, ma anche di nuovi profili che sappiano dare nuova personalità a questa squadra. Se si vuole tornare in serie A infatti questa sessione estiva potrà essere una delle più difficili per questa società; a patto che prima si trovi stabilità all'interno di essa.

    Questo sarà infatti il nodo fondamentale prima di ogni altra trattativa di mercato, perché solamente con un'organizzazione aziendale precisa e funzionante si può davvero programmare qualcosa di importante. Ora comunque aspetteremo la fine di questo campionato, e il Chievo dovrà giocare ogni partita con il cuore, per rispetto anche dei suoi tifosi che hanno applaudito sempre e comunque questi colori. A tempo debito poi, si faranno altri discorsi.

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