C'è ma non c'è. Rinaldo Cruzado non si è ancora messo in mostra come avrebbe dovuto fare. Sprazzi di buon calcio. Intenzioni buone, ma nulla più. Il peruviano chiamato a Verona per accendere la luce ancora non ha trovato l'interruttore. Colpa del jet lag, delle continue chiamate oltreoceano da parte della Nazionale peruviana che ha costretto Rinaldo a continui spostamenti. Repentini e non privi di controindicazioni.

Di Carlo sa che Cruzado può essere l'ago della bilancia di un Chievo che vuole trovare un'identità precisa. Ma prima di tutto toccherà al 'volante' sudamericano trovare una giusta collocazione nella sua nuova squadra. Arrivato tardi, oltre ad un fisiologico ambientamento. Cruzado ha dovuti fare i conti in più di un'occasione con problemi dell’ultim'ora. Nente di grave, per carità. Influenza e indisposizioni intestinali, però, non gli hanno permesso di incidere, spezzando quel percorso di conoscenza rapida del mondo Chievo.

Rinaldo dovrebbe essere l'uomo che traccia la rotta. Quello dotato di 'terzo occhio'. Quello che vede e provvede. Per il momento si è visto poco. E, in un centrocampo di dignitosi interditori, la sua assenza inizia a farsi sentire. Eh sì, perché Cruzado è diverso. Possiede il dono della sorpresa. Gioca palloni con stile anticonformista. Può diventare l'allegria del Chievo. Dovrà, però, ritrovare una salute di ferro, lavorare duro, entrare corpo e anima nel suo nuovo cuore. E cominciare a prendere per mano il Chievo. Tocca a Cruzado fare la differenza. Ma Rinaldo c'è o non c'è?