Chievomania 2013: migliori, peggiori, sorprese e delusioni, i voti al Chievo
Una mezza stagione in chiaroscuro. Chievo sotto terra. Poi la rinascita con Eugenio Corini. Prima di un doppio stop che ha reso meno bianco il Natale. I gialloblù restano comunque in corsa per la salvezza dopo che, ad un certo punto del girone d'andata, si erano trovati all'ultimo posto in solitaria. Certo, la corsa alla permanenza in categoria si preannuncia essere molto difficile. Ma per il Chievo questa è storia antica.
IL MIGLIORE. Tutto gira attorno a Cyril Thereau. Impalpabile durante la reggenza Sannino. Rinato da quando è tornato Corini alla guida del Chievo. Il francese possiede numeri esclusivi. Riesce a saltare l'uomo, sa essere efficace sottoporta e rappresenta arma in più per il team della Diga. A patto che venga lasciato libero di creare tra le linee.
IL PEGGIORE. Magari non tutte le colpe sono sue. Ma si erano create grandi aspettative su Beppe Sannino. E invece il tecnico non è riuscito a dare un'identità precisa alla sua squadra. Chievo molle, arruffone, vulnerabile. Chievo in fondo alla classifica. Inevitabile cambiare guida tecnica.
LA SORPRESA. Dejan Lazarevic. Si è visto poco. Quanto basta per rendersi conto che questo ragazzo di buona esperienza può essere utile alla causa del Chievo. Dispone di grande velocità. Ha avuto il merito di dare il là alla rinascita clivense realizzando il gol vittoria nel derby con il Verona.
LA DELUSIONE. Poteva essere metronomo aggiunto della mediana. Finora invece Radovanovic non è riuscito a lasciare il segno. Sarà stata, per carità, stagione complicata per tutti. Ma lì in mezzo al campo può fare molto di più. Sia sul piano dell'impatto che della costruzione del gioco.