Chievo, Puggioni e le frasi anti-Genoa: 'Ora vi spiego tutto'
Il portiere del Chievo Christian Puggioni, ai microfoni di Sampnews24.com, fa luce sull'episodio delle presunti frasi anti-Genoa circolate sul web. Il giocatore parte dall'inizio della vicenda: 'È una storia un po' paradossale per certi versi. In sette mesi passare da titolare ai margini della rosa non è facilmente spiegabile. Probabilmente tutto nacque da un episodio spiacevole nella scorsa estate, che ormai è storia vecchia. Dopo sette mesi, cambiando allenatore in una situazione comunque particolare, Corini mi chiese di riavvicinarmi al mio compagno di squadra Roberto Guana, per il bene tecnico della squadra; tra l’altro l'allenatore in prima persona garantì per Guana assumendosene la responsabilità della situazione. Sette giorni dopo venni messo in panchina mentre Roberto, prima escluso, era tornato titolare. A fine anno l'allenatore comunicò al mio agente che non rientravo più nei suoi piani. Situazione strana, visto che sotto la sua gestione avevo conquistato il record di imbattibilità nella storia del club, un traguardo importante per un giocatore. In estate si sono presentate alcune occasioni, tra queste Sampdoria, Sassuolo e Palermo. Quindi arriviamo al momento della Coppa Italia: c'è stato uno scambio di parole con un mio compagno, niente di particolarmente rilevante, ma essendo un comportamento recidivo la società ha messo sul mercato entrambi. Sono nate delle trattative che non mi avrebbero portato alcun miglioramento dal punto di vista tecnico, poi quella con il Genoa. L'accordo tra le società era stato raggiunto e quindi sarei dovuto andare lì, anche perché nel frattempo Bizzarri era andato al Chievo. Questa operazione prevedeva un prestito con eventuale prolungamento del contratto da parte del club veneto. Facendo le dovute valutazioni a casa, con la mia famiglia, abbiamo deciso che non era congeniale questo trasferimento, vuoi per il progetto tecnico, vuoi per la fede calcistica: sarebbe stato irrispettoso verso una maglia che mi aveva dato la possibilità di iniziare a giocare a calcio. Se sono in Serie A voglio credere che sia merito di quella trafila in un settore giovanile importante quale quello della Sampdoria. Inoltre sarebbe stato poco professionale verso il Genoa andare senza le giuste motivazioni: mi sono sempre ripromesso che quando avrei scelto una squadra lo avrei dovuto fare dando tutto me stesso, non solo per i soldi ma sopratutto per lo spirito che mi doveva animare dentro. Ora leggo tante cose riguardanti la mia persona sui social network, e la cosa mi intristisce parecchio. Un conto è avere una fede calcistica, un conto è l'offesa ad altri. Sono di Genova e ho tanti amici genoani, quindi lungi da me l'idea di offenderli. Proprio per il rispetto che ho della mia professione e degli avversari sul campo, ci tengo a specificare che queste sono le mie uniche parole reali e non ho mai rilasciato dichiarazioni ufficiali a nessuno. Sui social spesso girano tante bufale. Contatti con la Sampdoria? Ho un agente che si occupa di queste cose. Prima di Viviano c'è stato un sondaggio con richiesta, non so poi perché sia stato scelto un altro giocatore, non siamo tenuti a sapere queste cose. Sicuramente non ho mai nascosto la mia fede calcistica, perciò non ho problemi a dire che sarebbe stato bello tornare alla Sampdoria, è ovvio. Sarò legato al Chievo fino al 2016, ci sarà un incontro per discutere l'evolversi della vicenda. Nell’ultimo periodo ho svolto gli allenamenti a parte perché c'era la gara con la Juventus da preparare, quindi abbiamo deciso di mantenere un clima rilassato e tranquillo proprio per evitare problemi. Passato il termine del mercato, per prima cosa il desiderio è quello di tornare ad allenarmi e a fare il mio lavoro. Conosco la strada del lavoro e ogni giorno è figlio del passato'.