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  • Chievo, pochi gol:|'Ma il gruppo non tradisce'

    Chievo, pochi gol:|'Ma il gruppo non tradisce'

    Tira Michele, tira. Il Chievo ha bisogno anche delle «bombe» di Marcolini. Una arrivò proprio contro l'Inter, due anni fa. Quando i ragazzi di Mimmo Di Carlo riuscirono a tarpare le ali all'Inter di Mourinho al Bentegodi. Pari e patta con dedica del centrocampista gialloblù: botta da fuori di sinistro, ciao Julio Cesar. Per Marcolini non certo una novità. Visto che in passato si è regalato spesso gol da ricordare. L'anno scorso, di questi tempi, Michele aveva già collezionato quattro centri. Quest'anno è fermo ad uno. Colpo di testa a chiusura di una splendida cavalcata di Luciano contro il Genoa. Era l'estate del Chievo. Ora è iniziato un autunno pieno di sussurri.

    Marcolini, il Chievo che non segna ha bisogno anche dei suoi gol adesso.
    «È vero, Sarei contento anch'io di avere oggi gli stessi gol della scorsa stagione. Ma dobbiamo essere realisti. Pensare soltanto al presente e al bene del Chievo».
    Usiamo il realismo allora.
    «È innegabile che la squadra fatichi a trovare la via del gol. È altrettanto vero che a livello di prestazione spesso siamo riusciti a fare bene. E questa è la strada da percorrere per cercare di conquistare la salvezza il prima possibile. Momenti come questi, dove magari alcune cose risultano più difficili da fare, arrivano e poi passano. Tocca a noi cambiare le sfumature. E poi in questo periodo è venuto a mancare Pellissier, il nostro uomo di punta. Può capitare a tutti di soffrire. Ci sta, ma siamo pronti a fare del nostro meglio per tornare pungenti sotto rete».
    Il Chievo di mister Di Carlo, dopo dodici giornate, aveva un punto in meno, segnava di più, ma subiva anche più reti. Ad un anno di distanza che cosa è cambiato?
    «Io credo che il Chievo stia disputando un buon campionato. Abbiamo avuto spesso un ottimo possesso della palla, cosa che magari in passato non sempre si verificava. Poi sono i momenti a calibrare le tue prestazioni. E allora tutti vanno a leggere le statistiche che evidenziano la nostra difficoltà in fase realizzativa. Mi domando: Il gol non arriva? È questione di tempo. Il lavoro aiuta a uscire brillantemente da qualsiasi tipo di difficoltà. E sono convinto che spirito e compattezza ci aiuteranno a crescere ancora molto. Siamo una squadra vera, un gruppo unito».
    Bentegodi, Inter, gol. Bel ricordo per Marcolini.
    «Una bella giornata. Un pareggio pesante, visto che contro le grandi squadre quando ottieni qualcosa è sempre grasso che cola. Domenica ci riproveremo. Il gol? Me la sentivo. Ho provato a calciarla proprio in quella direzione. Mi è andata bene. E poi quella fu una soddisfazione doppia. Oltre che fare gol all'Inter e a un grande portiere come Julio Cesar, ho firmato la 300esima rete del Chievo in A. Un gol per la storia. E sopra il mio nome».
    L'Inter sembra essere in crisi.
    «Vive un momento delicato, non brillante. Ma se si guarda la rosa credo ci sia davvero poco da criticare».
    Da Mou a Benitez, quali possono essere le differenze?
    «Mah, dall'esterno la percezione magari potrebbe risultare falsata. Credo comunque che quest'anno l'Inter abbia avuto un sacco di infortuni. E poi stanno pagando l'onda lunga del Mondiale. Molti giocatori sono rientrati in momenti diversi, e la competizione ti consegna calciatori stanchi e spremuti anche a livello mentale».
    La buona notizia è che torna finalmente Pellissier.
    «Lo speriamo tutti. Sergio è il nostro uomo più importante e pericoloso. La sua presenza in campo ci potrà essere di grande aiuto».
    Il gol che non arriva vi ha messo addosso frenesia?
    «No, non deve essere così. Non sempre la squadra è apparsa spuntata. Abbiamo avuto le nostre occasioni. Ma non è andata come doveva andare. Certo, non fa piacere notare che siamo all'asciutto da 360'. Ma dobbiamo passare avanti. Pensare all'Inter e alla voglia di regalarci una grande impresa. Poi, saranno gli episodi a fare la differenza».


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