Chievo, Luciano:|'A Pescara ha vinto ancora il gruppo'
Luciano è per sempre. La sua è una storia infinita con il Chievo. E pare non abbia certo voglia di far calare tanto in fretta il sipario. Anche domenica contro il Pescara il brasiliano è stato decisivo. Gli sono bastati pochi. Anzi, una giocata. Palla filtrante per Théréau. Assist del due a zero definitivo. La salvezza in tasca. Ed è significativo che il pallone della beatitudine gialloblù sia partito proprio dai piedi di una delle bandiere del club di Campedelli. Infinitamente Luciano, nel giorno della gloria. Luciano che, alla pari di Pellissier, è memoria storica della società della Diga. Un monolite. Un totem. Un libro aperto. La Storia che passa. E che può ancora essere raccontata. Il brasiliano, infatti, scansa da sempre il tempo dell'addio. Che vede ancora lontano. Non si è mai sentito ai margini, ma al centro del progetto. Lui per il Chievo. E il Chievo per lui. Una storia iniziata una vita fa. Eppure embra ieri.
Lucio, è quasi salvo il suo Chievo?
«Volevamo fare una cosa importante. Il gruppo ha vinto questa partita. Perché è il gruppo che comanda al Chievo. Siamo stati uniti, compatti. Abbiamo avuto molte occasioni. Abbiamo fatto quello che voleva il mister. E ci siamo portati a casa tre punti pesantissimi. È stato bello. Importante».
L'assist del secondo gol di Théréau è partito dai suoi piedi. Ha lanciato un segnale?
«È stato bello. Sono entrato con il piglio giusto. Voglio essere ancora importante per questa squadra, per questa società. Voglio far vedere che posso dare ancora tanto. Io spero, ogni volta che vengo chiamato in causa dall'allenatore, di poter dare una mano alla squadra».
Quest'anno siete in 29. Tanti e tanta concorrenza. Ogni lasciata e persa, se non si fa sfruttare l'occasione...
«Il gruppo lo crea nel corso della settimana il mister. Allena tutti allo stesso modo. Viene più facile creare armonia e compattezza. Ci sentiamo parte del gioco, parte del progetto».
Il Chievo, a questo punto, è ad un passo dal confermarsi per un altro anno in serie A. Luciano che cosa farà?
«Io voglio giocare, voglio continuare ad andare avanti. Sto bene. Grazie a Dio la voglia è ancora. Mi piacerebbe giocare un altro anno ancora. Sempre qui al Chievo. Bisogna vedere, naturalmente, se loro mi vogliono ancora».
Un anno solo?
«Non esageriamo, facciamo anno dopo anno. Con questa mentalità, con questa voglia che mi sento dentro, ho voglia di giocare ancora a lungo. Ma è un percorso che deve essere affrontato un passo alla volta. Spero di poter dare un grosso contributo alla società anche l'anno prossimo».
Lei c'era all'inizio della Favola. Diventata poi realtà. Oggi la storia del Ceo tra le grandi d'Italia si perpetua. E lei c'è sempre.
«Qui è impossibile finire. Tutto ruota attorno ad una società che lavora tanto e non ha mai smesso di farlo. Qui al Chievo si cerca sempre di portare giocatori importanti. Arrivano ragazzi che dispongono della spirito giusto per entrare a far parte del nuovo gruppo e sposare le linee del nostro progetto».
Il club perfetto...
«I risultati dicono che la società ha sempre fatto bene. Nel tempo ci siamo confermati e sono stati tagliati traguardi importanti. Per quello è bello esserci e continuare a vivere da vicino questa avventura. L'ho detto, mi sento partecipe di qualcosa di bello e molto affascinante. E voglio restare ancora qui. Sperando di dare tutto me stesso. Come ho sempre cercato di fare in questi anni».