Chievo in cielo:|Torna a splendere il sole
Nel giorno del giudizio si è fatto il Chievo. Bastonato, ma pronto a rinascere. Ricordate Udine? Epifania avvelenata. La squadra di Stefano Pioli saluta l'arrivo del 2011 con una prestazione decisamente sottotono. Dominati dall'inizio alla fine, i gialloblù escono dal campo a testa bassa. Stefano Sorrentino, cuore di leone, dirà: "Chiediamo scusa, voltiamo pagina. Dobbiamo ritrovare l'umiltà". Da quel giorno è iniziata una nuova storia. Pazientemente Pioli ha ricostruito lo spirito della squadra. Gestendo i suoi uomini, rivisitando la chiave tattica. C'è voluto tempo. Si è dovuto passare dalla sperimentazione intrisa di sofferenza. I risultati sono stati, però, all'altezza delle aspettative. E la settimana appena conclusa ha cambiato, probabilmente, senso ad un campionato che si stava maledettamente complicando.
NESSUN RISCHIO. Chapeau a Pioli. Ha scelto la linea difensiva a cinque, e lo ha fatto al momento giusto. Contro il Napoli zero rischi. E di fronte c'era una squadra in grado di trovare con estrema naturalezza la via del gol. La storia, anche per esigenze dell'ultima ora, si è ripetuta a Roma con la Lazio. Risultato quasi identico. Perché la rete subìta è nata da una prodezza di Hernanes. Questo per dire che il Chievo ha imparato a rischiare di meno all'occorrenza. La linea dei cinque, però, non deve essere considerata come scelta ultradifensiva di Pioli. No, c'è di più. Perché sulle corsie fino ad oggi hanno agito Sardo e Jokic, due che si propongono costantemente in fase propulsiva, e non a caso Sardo ha trovato la via del gol contro il Napoli. Altra osservazione: Pioli nel ruolo di centrali ha utilizzato tutti i giocatori a sua disposizione. E la risposta è stata decisamente all'altezza. Frey e Mantovani hanno affrontato l'impatto con il nuovo ruolo con grande maturità. Cesar blocca e quando può, come a Roma, si spinge nell'area avversaria a cercar fortuna. Stessa storia per Mandelli. Contro la Lazio si è rivisto anche Morero, risorsa in più.
PERCORSO MARIANO. E la mediana. Rigoni è il cervello, attorno a lui gira un mondo Chievo. Perché Fernandes sembra essere diventato finalmente il giocatore che tutti aspettavamo. Mentre Constant resta sempre risorsa importante di un reparto che ha bisogno di fantasia e qualità. Pulzetti, Guana e Marcolini (seppur attualmente infortunato) rappresentano alternative di extralusso. E attenzione a Luciano: potrebbe rientrare contro il Milan. Magari non al top. Ma Pioli ritroverebbe un jolly prezioso da utilizzare al momento giusto. E poi c'è Mariano Bogliacino. Un nuovo giocatore. Prima di tutto difende, attacca l'avversario, chiude la linea di passaggio. Poi imposta. Siamo vicini, per modalità di gioco, al vecchio modo di giocare di Pinzi. Bogliacino, dalla sua, ha piedi più sensibili. Spende molto, ma appena la benzina finisce può essere sostituito validamente. PELO E CONTROPELO. Capitolo attacco: il gol arriva al momento giusto. E come sempre, quando serve, tocca a Sergio Pellissier. Due reti a Brescia. Una perla preziosa anche contro il Catania. Al suo fianco, al momento, si è segnalato soprattutto Moscardelli. Ma anche qui Pioli può modulare le sue scelte a seconda delle esigenze e della tipologia di partita da affrontare. Tenendo conto di un altro aspetto: Uribe. Il ragazzo ha fatto vedere cose egregie in Colombia. I numeri non gli mancano. E da qui a maggio potrebbe magari iniziare a sorprendere. Fosse così, il Chievo si troverebbe con un'arma in più tra le mani. Senza dimenticare, poi, che anche la mediana è stata completata con l'arrivo di Dimitrijevic. Ragazzo da seguire.
BUNKER GIALLOBLÙ. I numeri parlano. E dicono che in sei partite il Chievo ha ottenuto due vittorie e quattro pareggi, subendo peraltro solo due reti. Palermo, Napoli e Lazio, squadre di primissimo livello del panorama italiano, non sono riuscite a superare la squadra di Pioli.
Anzi, le due reti subite in 540' di gioco da Sorrentino arrivano entrambe da situazioni di palla inattiva: rigore di Maxi Lopez a Catania, e punizione bomba di Hernanes a Roma. Insomma, è un nuovo Chievo. E in una settimana è cambiato il cielo sopra Peschiera. Erano arrivati nuvoloni carichi di pioggia. È tornato a splendere il sole. I nove punti di vantaggio sul Brescia terz'ultimo (dieci virtuali tenendo conto dello scontro diretto a favore della formazione gialloblù) fanno pensare che il Chievo non c'entra nulla con chi soffre per la salvezza. Così voleva patron Luca Campedelli. Lontani dall'Inferno che riporta tra i cadetti. Più vicini ai cieli d'Europa. Ma questa è un'altra storia. E non va raccontata certo adesso.