Chievo, esame romano:| Regalati un finale sereno
Sotto l'alberello del Chievo ci sono tre pacchetti. Solo uno è vuoto. Acciuffare quello da un punto sarebbe già un affare, immaginarsi quello da tre.
Ci proveranno mister Mimmo Di Carlo e i suoi ragazzi questa sera sul campo, piuttosto scomodo, della Lazio quarta in classifica.
L'obiettivo è quello di dare ulteriore impulso alla classifica, chiudere l'anno in letizia e celebrare il Natale senza ombre, senza rimpianti.
Diciamocelo: l'erta è più che sdrucciolevole, un po' come sfiorare il decimo grado.
Appena ammorbidita a rileggere il passo - non proprio irresistibile - dei biancazzurri all'Olimpico (tre vittorie, tre pareggi e due sconfitte). Più complicata se si giudicano i pasticci che i gialloblù hanno combinato lontano da casa, sempre sconfitti se si eccettua il colpo di Catania e il pari di Cesena.
MODELLO «BENTEGODI». Di certo l'ultimo Chievo è sembrato meno incerto e più consapevole, equlibrato nonostante la più spiccata vocazione all'offesa. Si tratta semplicemente - una sciocchezza a parole - di mutuare il modello casalingo sulle gite fuori porta.
Solo le tre battistrada (Juve, Milan e Udinese) oltre al Palermo sul campo amico hanno guadagnato più punti dei gialloblù. Che nell'ambiente domestico ritrovano spirito e cadenze giuste. Dal punto di vista tattico, al di là dell'ottimo risultato di sabato, è ben difficile che Di Carlo riproponga un trequartista offensivo come Thereau dietro alle due punte di ruolo.
Più ammissibile, per resistere al presumibile arrembaggio laziale, che il tecnico risistemi il francese al fianco di Pellissier dando maggior vigore al centrocampo.
Per il resto, constatate le brillanti condizioni di Sardo e il forfeit di Dramè (neppure convocato dopo la botta al costato di quattro giorni fa), è facile immaginare una piccola rivoluzione sugli esterni col ritorno di Frey in panchina e quello di Jokic tra i titolari. La buona notizia - a rileggere la lista dei convocati - sta nel ritorno di Rinaldo Cruzado.
Di Carlo lo ha arruolato, e questo vale già oro: difficile che lo mandi allo sbaraglio, probabile che se lo tenga in panchina. È la mina vagante da mandare in campo nell'eventuale momento critico per sorprendere i rivali.
CORAGGIO E VELOCITÀ. Per il resto non ci sono ricette particolari. «Mi aspetto attenzione, coraggio e la voglia di fare un'impresa, quella che in trasferta, contro una grande, non ci è ancora riuscita», si è raccomandato nei giorni scorsi Di Carlo. Ricordando che per aggredire efficacemente la Lazio bisognerà mantenere ritmi forsennati. Meglio, «ripartire forte». perché «stiamo studiando la lazio, sappiamo che dovremo misurarci con una grande squadra. Ma quando avremo in mano noi il pallino del gioco dovremo essere bravi a muoverci in velocità. Se loro non riescono a mettersi apposto e a riorganizzarsi, possiamo piazzare qualche giocata importante. Giocano con la difesa alta e questo atteggiamento permette alla Lazio di creare tante occasioni da gol affidandosi soprattutto alle giocate dei singoli». E poi: «Il loro tasso tecnico individuale è fuori discussione», ammette l'allenatore, «ma allo stesso tempo una squadra che sceglie di giocare così ti concede quasi sempre qualcosa...».
IL TRAGUARDO DI REJA. Non sarà l'unico della serata alla ricerca di traguardi storici: l'allenatore laziale Edy Reja è infatti aD un solo passo dal conquistare la vittoria numero trecento in campionati professionistici italiani.
Le attuali 299 affermazioni - ottenute alla guida di Monselice, Pordenone, Gorizia, Treviso, Mester, Varese, Pescara, Cosenza, Verona, Bologna, Lecce, Brescia, Torino, Vicenza, Catania, Cagliari, Napoli e Lazio - sono così suddivise: 73 in serie A, 146 in B, 45 in C-1 e 35 in C-2. Il bilancio delle attuali 778 panchine in campionati professionistici è completato da 238 pareggi e 241 ko.