Chievo, Andreolli:| Insegue il tempo perduto
Alla ricerca del tempo perduto. Marco Andreolli ha 24 anni, ma alle spalle la sofferenza del veterano. Il nuovo difensore del Chievo ha conosciuto il grande calcio e i grandi dolori dell'anima. Finisci dentro al tuo sogno ma poi il destino decide di scambiarlo con incubi diurni. Infortuni che minano la serenità, rallentano il tuo percorso, e tendono a smorzare gli entusiasmi. Ma per Marco non è stato così. Lui è caduto, riuscendo sempre a rialzarsi. E a Roma ha sentito il richiamo della foresta.
Forte, sempre più forte. Arrivava da Verona, arrivava dal Chievo. Irresistibile. Fino a quando si è fatto tentare dalla società della Diga. Tre anni insieme, un posto nuovo nel quale ritrovare se stesso. La piazza giusta, forse, per vincere una nuova scommessa.
Andreolli, al Chievo va alla ricerca del tempo perduto?
"Sì, dopo qualche anno senza continuità, questa volta avevo voglia di trovare una situazione che potesse darmi nuove opportunità. Infortuni ed errori personali non mi hanno permesso di fare quello che avrei voluto. E allora è spuntato il Chievo. Sono contento della decisione che ho preso".
Gli ultimi sorrisi?
"Posso ritenermi fortunato, visto che fino ad oggi il calcio mi ha regalato grandi soddisfazioni. Ricordo l'esordio in A e in Champions con l'Inter e gli anni passati a Roma, che rappresentano per me un momento indimenticabile, nonostante non siano mancate le difficoltà". Poi?
"La Nazionale under 21, e il rammarico di un titolo europeo solo sfiorato. Ma tutto fa parte del passato e il presente si chiama Chievo".
Primi pensieri gialloblù?
"Il Catania, la prima tappa. E la più vicina è sempre la più importante. Penso che sia intenzione di tutti iniziare con il piede giusto".
Andreolli, quali sono stati suoi maestri?
"Ho avuto la fortuna di giocare ed imparare a Roma e Milano al fianco di grandi campioni. Penso, però, che per la mia generazione Maldini e Nesta abbiano rappresentato un punto di riferimento. Un esempio da seguire. Ma anche il passato insegna molto". Per esempio?
"Giacinto Facchetti. Mi porto sempre dentro un grandissimo ricordo di quello che è stato per me e per tutti Giacinto. Un grande uomo ed un giocatore da ammirare sul campo".
C'è un gol che spunta dal suo passato?
"Certo, contro il Fulham in Europa Legaue la scorsa stagione. Una vetrina per me, ed un gol importante per la squadra ai fini della qualificazione. In quel momento vedendo entrare la palla in rete ho ottenuto una rivincita personale e mi sono buttato alle spalle tanti brutti momenti".
L'emozione per sempre?
"L'esordio in Champions con la maglia dell'Inter contro il Glasgow Rangers. Ambiente particolare, grande competizione".