Chievo, 1000 coi 'prof':| Ceo, ti ricordi la prima?
Mille partite tra i professionisti. Domenica il Chievo taglierà un traguardo importante. La storia racconta così. E la sfida contro il Milan dei campioni diventa motivo d'orgoglio anche per ricordare il lungo viaggio intrapreso 25 anni fa dal club gialloblù.
Mille candeline, mille ricordi. Mille facce passate attraverso il romanzo del borgo dei miracoli. Oggi il presente è fin troppo chiaro. La società del presidente Luca Campedelli negli ultimi dieci anni ha dimostrato di meritare il palcoscenico della serie A. La Favola è diventata dolce realtà.
BATTESIMO DEL FUOCO. C'è una data: 23 agosto. Coppa Italia di C. Si gioca in un Bentegodi semivuoto. Ma importa poco. Mille e cento paganti. Il Chievo affronta il Mantova e perde 1-0. Entrano subito nella storia gli undici titolari e i tre giocatori subentrati a gara in corsa. In panchina dirige Carlo De Angelis, altra figura emblematica del Chievo piovuto tra i professionisti.
L'esordio è reso amaro dalla rete messa a segno dopo sette minuti dall'attaccante Bortolo Mutti. Proprio lui, l'attuale allenatore del Bari ed ex tecnico dell'Hellas. Il giornale L'Arena titola. «Mutti-gol a freddo, al Chievo non basta un grande cuore». Più avanti sarà diverso. In tribuna a seguire la «prima» dei ragazzi di Gigi Campedelli e Bruno Garonzi ci sono anche gli ex scudettati Bagnoli, Fontolan, Lonardi e Mascetti. C'è grande, motivata simpatia per il Chievo. Tra le note riportate nel tabellino dal cronista Valentino Fioravanti anche un episodio curioso: un gruppo di tifosi fa irruzione all'interno dello stadio, abbattendo una recinzione nella quale erano in corso lavori di ristrutturazione di un'area dell'impianto.
La prima vittoria tra i «pro» arriverà successivamente contro il Suzzara, altra squadra inserita nel gironcino di Coppa insieme anche al Trento
SARTORI IN CAMPO. Quel giorno, per l'attesissima prima al Bentegodi, scesero in campo Zanin, Maran, Perlina, Menabue, Seeber, Balestro, Bertolutti, Biancardi, Fiorio, Sartori e Venturini. In un secondo tempo mister De Angelis mandò in mischia anche D'Amico, Galli e Nodari. In panchina sedevano anche De Grandi e Montagni.
Giovanni Sartori, dunque, appare sempre nei momenti più importanti della storia gialloblù. L'attuale direttore sportivo del Chievo in quel tempo aveva il ruolo di stoccatore d'eccezione dell'attacco veronese. A distanza di quasi venticinque anni fanno ancora parte in pianta stabile del «team» Lorenzo Balestro ed Enzo Zanin. Oggi pedine importanti del mondo Chievo.
COME ERAVAMO, Proprio nell'86 la sede storica della società della Diga veniva trasferita dalla Pantalona agli uffici di Corso Milano.
Bruno Garonzi diventava presidente affiancando Gigi Campedelli (papà di Luca), una delle grandi anime del Chievo di quell'epoca. Faceva la sua entrata in scena anche l'imprenditore Carlo Gugliemi, particolarmente sensibile allo sviluppo e crescita del settore giovanile.
Il Chievo guidato da De Angelis disputò poi un ottimo torneo di C2 chiudendo la stagione al quarto posto, con 38 punti all'attivo. A breve sarebbe arrivato il salto in C1 e, appena otto anni più tardi, il trionfale approdo in Serie B.
IL LUNGO RICORDO. Enzo Zanin ha tutto in testa. E mille partite dopo ricorda in un batter di ciglia la lunga storia del Chievo. «Rivivo la storia in quattro partite: la conquista della B a Carrara, il trionfo in casa contro la Salernitana che ci ha permesso di salire in serie A, la prima partita tra i "grandi" a Firenze, ma anche il giorno in cui attraverso una telefonata venni informato che il Chievo aveva vinto il ricorso contro il Bassano e si apprestava a disputare il campionato di C2. Fu fantastico». I NUMERI NON INGANNANO. E poi ci sono le cifre. Precise: il Chievo ha disputato 999 partite tra i «pro», così divise: 317 in A, 308 in B, 168 in C1, 102 in C2, 48 in Coppa Italia, 50 in Coppa Italia di C, 4 in Coppa Uefa e due ai preliminari di Champions.
Manca una. Manca il Milan. E saranno mille.