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    Chiesa è un equivoco tattico. Le idee di Allegri e le inquietudini della Juve, come può cambiare il futuro

    Chiesa è un equivoco tattico. Le idee di Allegri e le inquietudini della Juve, come può cambiare il futuro

    • Andrea Distaso
    Un equivoco, principalmente di natura tattica. Ma che rischia di avere ripercussioni su scenari di mercato ad oggi difficilmente pronosticabili e legati a tantissime variabili in via di definizione e non soltanto ai risultati che saranno raggiunti da qui a giugno sul campo. Ci riferiamo alla Juventus e in particolare a Federico Chiesa, tra i numerosi protagonisti in negativo della triste serata di San Siro che ha estromesso i bianconeri dalla finale di Coppa Italia e ci ha consegnato un'immagine piuttosto dimessa della squadra di Allegri. Rinunciataria e mentalmente tutt'altro che disposta a lasciare tutto sul prato del "Meazza", come se le energie fisiche e psicologiche fossero completamente esaurite e che nemmeno l'elettrico finale della semifinale d'andata hanno saputo alimentare.

    FUORI RUOLO - La posizione in campo di Chiesa, impiegato come finto centravanti al fianco di Di Maria, è stata una delle situtazioni che fin dai primi minuti della partita persa contro l'Inter hanno scatenato il dibattito. Non è la prima volta che nel corso di questa stagione Allegri utilizzi l'ex calciatore della Fiorentina in un ruolo o affidandogli dei compiti che ne valorizzino la capacità di fare la differenza negli ultimi 30 metri. A maggior ragione se ci riferiamo ad un calciatore reduce da un grave infortunio al ginocchio e il cui percorso di recupero è stato particolarmente delicato e oggetto di tutte le prudenze di questo mondo. Schierarlo spesso e volentieri da cursore a tutta fascia nel 3-5-2, preferendo questo sistema di gioco a quel 4-3-3 che probabilmente esalterebbe al meglio il potenziale del nazionale azzurro - autore di appena 2 gol e di 4 assist dal ritorno in campo a novembre ad oggi - ha imposto a Chiesa un lavoro nella doppia fase che ha tolto brillantezza e lucidità a quello che nasce a tutti gli effetti come un attaccante esterno, che nell'anno di grazia che lo ha poi portato a trionfare all'ultimo Europeo con l'Italia si è imposto all'attenzione generale. A Milano lo abbiamo visto in un'altra veste, come riferimento unico di un attacco nel quale Di Maria, più che girargli alle spalle, si defilava continuamente sulla destra lasciandolo in balia dei difensori centrali dell'Inter. Risultato: nemmeno un tiro in porta, nemmeno una situazione nella quale Chiesa sia riuscito a produrre una giocata offensiva degna di nota. E la mossa di Allegri, che ad inizio secondo tempo toglie dal campo Kostic ed inserisce un centravanti vero come Milik per riportare il numero 7 bianconero nella sua posizione naturale di esterno mancino è la più classica delle ammissioni di colpa.

    FUTURO? DIPENDE DALL'OFFERTA - Chiesa rappresenta agli occhi della dirigenza della Juventus il presente ma soprattutto il futuro, anche nell'ottica di una stagione come quella ventura ancora tutta da definire ma che rischia di essere pesantemente inficiata dal piazzamento finale in campionato e dal percorso che verrà fatto in Europa League. L'onda dei processi sportivi che ancora non si sono conclusi, il timore di nuovi penalizzazioni in termini di punti e la presenza nelle retrovie di una Uefa che osserva ma che ha già lasciato intendere di seguire con interesse le vicende della Vecchia Signora sono tutti aspetti da tenere in considerazione. Chiesa alla Juventus nell'estate del 2020 è un'operazione da 50 milioni di euro complessivi - più 10 di bonus - senza contare i 5 milioni netti di ingaggio garantiti da un contratto con scadenza a giugno 2025. Un investimento importante ma di prospettiva, che non poteva tenere conto del clamoroso declino incontro al quale è andata la società bianconera nelle ultime due stagioni e che un'eventuale esclusione dalle coppe europee - per non parlare di scenari ancora più devastanti come una retrocessione in Serie B - renderebbe ancora più grave. Ad oggi, complici le condizioni fisiche ancora in via di perfezionamento, non risultano sondaggi od interessi concreti di club stranieri per il calciatore juventino ma, esattamente come per Vlahovic, molto dipenderà dall'entità di un'eventuale offerta. Senza contare che la compatibilità tecnico-tattica con Allegri, ad oggi tutt'altro che ai massimi livelli, è un'altra variabile da tenere in conto.

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