Chiara, la 'quinta' stella della Juve
Intanto una politica da leggere tutta al femminile. Almeno per quel che riguarda il nuovo corso voluto dai cittadini di due metropoli, Roma e Torino, non a caso legate dal fil rouge la prima di essere la capitale e la seconda di esserlo stata dopo l’Unità d’Italia. Virginia Raggi e Chiara Appendino sono infatti le nuove donne sindaco (sindachesse, bisognerebbe dire ma non suona benissimo) elette per il Movimento “Cinque Stelle”. Hanno vinto alla grande scardinando due sistemi di potere che sembravano inattaccabili, pur essendo vecchi, logori e malati. Quello della burocrazia e del clienteralismo romano. Quello del vetero cattocomunismo torinese. Una missione che pareva impossibile e che invece per volontà del popolo potrebbe spalancare le porte davanti ad uno scenario più sereno e più pulito per la vita quotidiana di ciascuno di noi diventata ormai sempre più complicata e al limite del sopportabile. Un segnale di buon auspicio, poi, anche sul piano internazionale pensando che, a novembre, gli Stati Uniti potrebbero celebrare l’investitura del primo presidente donna dopo il primo afroamericano semmai Hillary, come si augurano tutte le persone di buon senso, avrà la meglio sull’orrendo Donald Trump.
Ma sotto il profilo che ci riguarda più da vicino e, cioè, il legame tra il nuovo sindaco e il calcio è a Torino specialmente che la figura della Chiara sportiva brilla di una luce particolare. “Torino è stata e sarà sempre granata”, è uno tra gli slogan preferiti con il quale la tifoseria torinista ama rammentare la propria appartenenza e mostrare le proprie radici. Un messaggio sicuramente vero perché, storicamente, le masse popolari si sono riunite al seguito della Juventus solamente dopo ciò che aveva fatto la maggioranza di una città innamorata pazza del Grande Torino. Ebbene, da ieri notte subito dopo la conta dei voti, la squadra e la società bianconere hanno potuto prendere atto che potranno appuntasi sul petto una nuova stella. Quella del “Movimento” portata in dono da una tifosa d’eccellenza come Chiara Appendino. Sindaco, mamma, calciatrice dilettante e tifosa.
“Sono juventina fin dalla nascita per merito di mio nonno che, purtroppo, non c’è più. Ma sono anche praticante. Ho iniziato a giocare nel cortile di casa con i miei amichetti e il mio idolo è stato Roberto Baggio. Persino la mia tesi di laurea, alla Bocconi, era centrata sul rapporto economico e finanziario che esiste tra le società e i calciatori. Forse anche per questo motivo venni chiamata dalla Juventus a sostenere un stage professionale. Andò bene e venni assunta. Ho trascorso otto anni, dal 2002 al 2010, a lavorare nella società bianconera. Era il periodo di Cobolli Gigli e di Blanc. Un’esperienza utilissima, sotto il profilo aziendale e anche per ciò che riguarda l’aspetto umano. Ho vissuto in diretta, cioè in Germania, tutte le partite dell’Italia di Lippi campione del mondo entusiasmandomi, in particolare, per Buffon e Cannavaro che avrebbero meritato entrambi il pallone d’oro. Ora soffro e godo per questa Juve delle meraviglie ai cui dirigenti dico di non vendere per nessuna cifra al mondo Dybala e Pogba i quali rappresentano già il nostro presente ma, soprattutto, il nostro futuro. Comunque sia, ora, le mie attenzioni dovranno essere dirette all’intera comunità, anche a quella granata custode di una storia che si è conquistata l’eternità grazie al grande Torino”.
Intanto Chiara Appendino (foto Giornalettismo.com), per passione e per scaricare l’inevitabile tensione provocata dal pensiero di dover governare una bellissima città proiettata verso il futuro senza più il cappello della Grande Fabbrica, scende in campo come quando era bambina. Ala destra e capitano della “Juventus Cinnque Stelle”, l’altra sera, ha segnato un bellissimo gol di testa. Tra gli avversari, ovviamente granata, c’era anche Finardi il quale dovrebbe essere il prossimo assessore allo Sport. Un calcio che,ogni tanto, provvede a unire.