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    Chiacchierate con l'insider: l'Instagrammer che lavora per l'agente

    Chiacchierate con l'insider: l'Instagrammer che lavora per l'agente

    • Pippo Russo
      Pippo Russo
    Non ci vedevamo da parecchio tempo col nostro insider. Ma nonostante ciò mi pare di averlo lasciato ieri nella postazione in cui lo ritrovo, quella di sempre a un tavolino di un bar milanese. Dà quasi l'impressione che tutte le sere gli inservienti lo prendano di peso e lo chiudano dentro il locale per la notte assieme al resto dell'arredo. Il posacenere è colmo di mozziconi e mentre ci avviciniamo verso di lui un cameriere glielo porta via e gliene piazza davanti uno vuoto senza che lui se ne accorga.

    «Chi non muore si rivede!» mi urla quando ancora sono fermo al semaforo, dall'altra parte della strada.

    «Sì, in effetti ho avuto un po' da fare» gli dico dopo averlo raggiunto e essermi piazzato a sedere.

    «Devi essere a corto di retroscena, vero?».

    «Diciamo che ci sono momenti in cui ho l'imbarazzo della scelta. Non è il caso di adesso».

    Tira una boccata di fumo dalla sigaretta che ha appena acceso col mozzicone della precedente, poi con quello inaugura il posacenere pulito.

    «E allora per festeggiare il tuo ritorno ti faccio un dono speciale e ti introduco nel magico mondo di Instagram» mi dice e accompagna la frase con un sorriso che sfoggia la dentatura giallo canarino.

    «No, sta' a sentire: vero che sono quasi a secco, ma mica alla disperazione. Piuttosto mi metto a annunciare che oggi pomeriggio alle sei svelo il nome del calciatore che ha scommesso sulla deflorazione della sua femmina di Labrador».

    «Ma che sarcasmo! Ve lo ha messo Padovan nel kit del buon giornalista di Calciomercato.com?».

    «Guarda, se sei a corto anche tu basta dirlo. Ripasso un altro giorno».

    «E invece no, ti dico che questa storia di Instagram è valida. Lascia che te la racconti e poi valuta».

    «Ok – gli dico con tono accondiscendente – stiamo a sentire».

    «E allora – riprende con tono sornione il mio insider – partiamo dal fatto che Instagram è diventato il social preferito da chi si muove nel mondo del calcio: calciatori, società, agenti e agenzie, fidanzate e amici, insomma tutto il circo universale del pallone. Fin qui ci sei?».

    «C'ero già».

    «Dunque Instagram si presta molto a fare certe operazioni di comunicazione – prosegue, senza rimarcare la mia nuova puntura di sarcasmo –, anche quelle un po' più ibride, come dicono quelli fra voi che vogliono fare gli intellettuali. E in mezzo a tutte queste ibridazioni ci si piazzano pure quelli che prendono il mestiere a voi giornalisti».

    «Tipo?».

    «Tipo quelli che si occupano di aspetti specifici del calcio. Per esempio, account che seguono soltanto il calcio giovanile».

    «Scommetto che questo esempio non è fatto a caso» gli dico.

    «A parte che di questi tempi eviterei di parlare di sommesse... comunque sì, proprio a questo mi riferisco – molla un colpo di tosse catarrosa mentre spegne il mozzicone senza accenderne un altro, ciò che ha del miracoloso –. Dunque, c'è un account di Instagram che si è specializzato in calcio giovanile. È giovane anche il suo gestore, che non ho nemmeno capito se sia un tuo collega».

    «Magari se mi dicessi il nome chiarirei questo tuo dubbio».

    «Ma tu sai bene che qui, di nomi, non se ne fa».


    «E già, sbadato io».

    Approfitta della pausa per accendere un'altra sigaretta. L'astinenza non è arrivata a toccare il minuto netto. Quindi riprende.

    «Dunque abbiamo la situazione in cui il giovane instagrammer va in giro per l'Italia a intervistare calciatori delle formazioni giovanili, tesserati da società di Serie B e di Serie C. E poi usa queste interviste per il suo canale».

    «Eh, ma non ti ho ancora detto tutto. Il fatto è che l'intraprendente giovanotto, già che si trova lì a chiacchierare coi ragazzi, piazza consigli sugli agenti cui dovrebbero rivolgersi. Anzi, per essere più precisi: sull'agente. Sempre quell«Bello. Ma cosa ci dovrei fare con questa cosa qui?».
    o».

    «No, dai...».

    «Sul serio! – sottolinea – Credi mica che ti dia delle bufale?».

    «E le società non dicono nulla rispetto a questa cosa?».

    «Ma figurati cosa gliene frega. Anzi, magari hanno pure l'occasione per piazzare qualcuno dei loro ragazzi e stringere rapporti con un agente di peso».


    «Ok, ti saluto che mi hai dato da lavorare».

    «Ecco, bravo. E vedi di fare passare qualche altro mese prima di farti rivedere, eh?».

    @pippoevai
     

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