C’è anche una Champions League che si gioca tra luglio e agosto. Non si disputa in campo, ma in sede di mercato. Tante promesse, qualche premessa. Domanda: come si stanno muovendo le grandi? Che succede nell'élite del calcio europeo? La distanza tra i nostri club e quelli del resto d’Europa è aumentata o diminuita? Lo dirà solo il campo, il 4-0 del Milan sul Bayern può essere un segnale, ma fa ancora troppo caldo per pensare di avere la lucidità necessaria per emettere - oggi - sentenze definitive. Limitiamoci perciò a fotografare il quadro attuale. In Premier (stra)vince - almeno in quanto a soldi spesi - il City. 60 milioni di euro per Walker, una follia. 50 per Bernardo Silva, 40 per il portiere Ederson, 30 per Danilo. Totale: 180 milioni per rinforzare una squadra che Pep Guardiola dovrà necessariamente portare a vincere qualcosa, dopo le delusioni rimediate l’anno scorso. Altra sponda di Manchester, casa Utd: il gioiello arrivato da Mourinho è indubbiamente Lukaku (85 milioni), Lindelof (35) andrà aggiungerà qualità e peso alla difesa. Ma Mou ha perso Ibra e Rooney, non due qualsiasi. Conte si lamenta, rinnova, caccia Diego Costa, però alla fine ottiene ciò che vuole: Bakayoko (45), Rudiger (35) e soprattutto Morata (80). Il futuro del Chelsea si gioca lì, sul salto di qualità che ci si aspetta dall'ex centravanti della Juventus; ma i campioni d’Inghilterra - al momento - sembrano più forti di prima. In Spagna Barcellona e Real sono ferme ai blocchi. Se pigliano l’una Verratti e l’altra Mbappè, scattano. Il Bayern di Ancelotti ha puntellato la sua solidità con l'onesto Tolisso - 41,5 milioni, il più pagato nella storia del club - e il talentuoso James Rodriguez, promessa mai mantenuta fino in fondo: basteranno per fare più strada dell’anno scorso? Non ne siamo così convinti. Riflessione: delle quattro semifinaliste della Champions dell’anno scorso (Real Madrid, Juve, Atletico Madrid e Monaco) forse è la Juve quella che ha fatto un passo in avanti. Forse. Occhio: c'è un top-player che può far saltare il banco. E' Neymar. E' lui che può spostare gli equilibri. Rinforzando una squadra (Psg), indebolendone un’altra (Barça). Ma non solo: ridisegnando la geografia del potere in Europa. City ambizioso, Chelsea rinforzato, Juve in rampa di lancio. Ma è il Psg la mina vagante di questa Champions d’estate. Non ha ancora iniziato a giocare. Quando lo farà, perché è chiaro che lo farà, dovranno tutti preoccuparsi.