Chi è Mr. Suning? Moratti e Thohir insieme non arrivano al suo patrimonio
Non esiste più neanche l’Inter di Massimo Moratti, che nel 2013 ha ceduto ad Erick Thohir, ma fatto ancor più curioso, a breve non avremo più neanche traccia dell’Inter di matrice indonesiana, che lascerà il posto a Zhang Jindong, ricchissimo uomo d’affari proveniente dalla Cina, che da solo ha messo su un impero capace di far impallidire tutti, tra cui lo stesso Thohir. Basti mettere a confronto il patrimonio dei due: quando l’indonesiano ha deciso di investire nella società di corso Vittorio Emanuele, poteva vantare un patrimonio di circa 400 milioni di dollari, Zhang arriva a Milano con un conto da 4 miliardi di dollari. Per capire quanto grande sia la sua disponibilità, bisogna affiancarlo per un attimo a quel Massimo Moratti che nel 2008 iniziava a costruire l’Inter che poco dopo avrebbe dominato nel mondo: il patrimonio di Moratti all’epoca ammontava a 1,5 miliardi di euro.
Non sono molte le notizie sulla famiglia di Zhang, si sa che proviene da Anhui, una regione nell’est della Cina bagnata dal fiume Azzurro e dal fiume Huai. L’uomo nato nel 1963 ha iniziato a lavorare presso un’azienda tessile, dove ha sostato dal 1985 al 1989. L’anno successivo prende ufficialmente il via la scalata verso il successo, impronosticabile visti gli standard di partenza. Zhang e suo fratello si mettono in proprio, iniziano a lavorare per sé stessi e aprono un negozio che vende e ripara condizionatori. Un’unica sede che nel giro di soli 15 anni si trasformerà nel gruppo Suning, formato da 1700 negozi e oltre 13 mila dipendenti.
Numeri spaventosi che di fatto raccontano la favola di un investitore di successo. Zhang è adesso il 403° uomo più ricco del mondo, il 28° più ricco dell’intera nazione di sua appartenenza. Suning fattura 15 miliardi di euro l’anno e detiene il 20% del mercato cinese relativo ai prodotti elettronici. Dopo aver investito nel calcio in Cina, Zhang ha allargato i propri fino a giungere in Europa, più precisamente a Milano, piazza che ha fatto la storia del calcio nazionale e mondiale, ma che ormai, con Moratti prima e Thohir poi, si stava abituando a vivere nell’anonimato.