AFP via Getty Images
Chi è Maignan, idea del Milan per la porta. Nel calcio grazie a McDonald's, disse a Ibra: 'Sei un attaccante di m...'
"Ibra tirava pallonate a 400 chilometri all'ora, nemmeno fossi Buffon o Julio Cesar. Non riuscivo a pararle, quindi mi diceva 'Sei un portiere di m...'. Subito dopo gli ho parato un tiro, non potevo non rispondergli e gli dissi 'tu sei un attaccante di m...'". Di personalità, per rispondere così a Ibra, devi averne molta. Sana incoscienza, coraggio dialettico trasportato poi in campo: il protagonista è Mike Maignan, portiere del Lille, primo obiettivo del Milan in caso di mancato rinnovo di Gigio Donnarumma. Un carattere decisamente forte che lo ha caratterizzato sin da quando era un bambino particolarmente vivace e che lo ha successivamente accompagnato. Come ha confermato lo stesso portiere: "Da riserva del Psg presi vari cartellini rossi. E con il Lille, in una delle mie prime partite della stagione, lanciai un pallone in testa all'avversario, venendo espulso e prendo anche un rosso. Ora ho famiglia e sul campo mi sento più sereno. Sono maturato".
DAL MC DONALD'S AL PARIS - Occorre però fare un passo indietro. Fino al 3 luglio 1995, quando Mike viene alla luce a Cayenne, nella Guyana francese. Cresce a Villiers-le-Bel, un piccolo comune vicino a Parigi. Il calcio non fa per lui, almeno inizialmente. "Lo odiavo" raccontava nel 2012. Ma il McDonald's gli diede una mano: "Trovai come regalo una pallina di gommapiuma: non l'ho mai lasciata, me la portavo ovunque. E in casa ho rotto diverse cose". Ecco, grazie a quel gadget legato a Euro 2000 inizia la passione. Gli inizi sono a centrocampo: l'idolo è Gerrard, la squadra del cuore il Liverpool. Poi uno dei suoi primi allenatori, Romain Damiano, lo sposta in porta e parte la carriera di Maignan. Una carriera che fatica ad andare di pari passo con la scuola: odia banchi e compiti, i (pessimi) voti ne sono diretta conseguenza. Il Psg lo nota, ma mette le cose in chiaro: "O cambi andazzo o da noi non vieni". Parole e musica, Mike inverte il registro. Entra nel vivaio del Paris, vince il campionato U17 in compagnia di Kimpembé e Rabiot, ma non esordisce mai in prima squadra, chiuso da Sirigu e Areola. Lui non molla, inseguendo i sogni e mostrando quel famoso carattere che lo contraddistingue: "In allenamento gli allenatori cercano di spingerci al limite. Più resisti, più ti fai valere". E gli allenamenti sono una lezione dopo l'altra, come dimostra il già citato aneddoto con Ibra. "Al momento mi ha ignorato, ma poi in spogliatoio mi ha detto che mi apprezzava: non solo come giocatore, ma anche come persona. Zlatan mi piace, ti dice le cose in faccia".
ESPLOSIONE AL LILLE - Nel 2015 decide di cambiare: ciao Parigi, si va a Lille, piazza che da anni punta sui giovani. Vive i primi due anni in panchina, all'ombra di Enyeama, poi si prende la maglia da titolare e diventa uomo chiave della squadra. Nel 2018 mette la sua firma sul ritorno in Champions, con 33 gol subiti in 38 partite e ben 15 clean sheets. A fine stagione viene eletto miglior portiere del campionato, titolo che prova a difendere anche quest'anno: il suo Lille, capolista a pari punti col Psg, è la difesa meno battuta della Ligue 1 con 19 gol subiti in 30 partite. Numeri che gli sono valsi l'esordio in nazionale maggiore: lo scorso ottobre, ha esordito con la Francia nell'amichevole contro l'Ucraina.
IL PROFILO TECNICO - Ma nel bagaglio tecnico di Maignan non c'è solo la personalità. Prototipo del portiere moderno, è bravo nelle uscite, dove abbina coraggio, spensieratezza e ottimo tempismo. Rapido tra i pali, ha qualità anche con i piedi. Il passato da centrocampista è utile: "Nella mia testa, mi considero un giocatore di movimento. Quando la mia squadra ha la palla, prendo parte al gioco, provo a creare sbocchi per i miei difensori. E’ solo quando la mia squadra perde palla che torno a sentirmi un portiere. Dopo tutto, è il mio lavoro!". Un lavoro che svolge molto bene: Ibra si accorse anni fa, il Milan l'ha notato ora. E studia il colpo.
DAL MC DONALD'S AL PARIS - Occorre però fare un passo indietro. Fino al 3 luglio 1995, quando Mike viene alla luce a Cayenne, nella Guyana francese. Cresce a Villiers-le-Bel, un piccolo comune vicino a Parigi. Il calcio non fa per lui, almeno inizialmente. "Lo odiavo" raccontava nel 2012. Ma il McDonald's gli diede una mano: "Trovai come regalo una pallina di gommapiuma: non l'ho mai lasciata, me la portavo ovunque. E in casa ho rotto diverse cose". Ecco, grazie a quel gadget legato a Euro 2000 inizia la passione. Gli inizi sono a centrocampo: l'idolo è Gerrard, la squadra del cuore il Liverpool. Poi uno dei suoi primi allenatori, Romain Damiano, lo sposta in porta e parte la carriera di Maignan. Una carriera che fatica ad andare di pari passo con la scuola: odia banchi e compiti, i (pessimi) voti ne sono diretta conseguenza. Il Psg lo nota, ma mette le cose in chiaro: "O cambi andazzo o da noi non vieni". Parole e musica, Mike inverte il registro. Entra nel vivaio del Paris, vince il campionato U17 in compagnia di Kimpembé e Rabiot, ma non esordisce mai in prima squadra, chiuso da Sirigu e Areola. Lui non molla, inseguendo i sogni e mostrando quel famoso carattere che lo contraddistingue: "In allenamento gli allenatori cercano di spingerci al limite. Più resisti, più ti fai valere". E gli allenamenti sono una lezione dopo l'altra, come dimostra il già citato aneddoto con Ibra. "Al momento mi ha ignorato, ma poi in spogliatoio mi ha detto che mi apprezzava: non solo come giocatore, ma anche come persona. Zlatan mi piace, ti dice le cose in faccia".
ESPLOSIONE AL LILLE - Nel 2015 decide di cambiare: ciao Parigi, si va a Lille, piazza che da anni punta sui giovani. Vive i primi due anni in panchina, all'ombra di Enyeama, poi si prende la maglia da titolare e diventa uomo chiave della squadra. Nel 2018 mette la sua firma sul ritorno in Champions, con 33 gol subiti in 38 partite e ben 15 clean sheets. A fine stagione viene eletto miglior portiere del campionato, titolo che prova a difendere anche quest'anno: il suo Lille, capolista a pari punti col Psg, è la difesa meno battuta della Ligue 1 con 19 gol subiti in 30 partite. Numeri che gli sono valsi l'esordio in nazionale maggiore: lo scorso ottobre, ha esordito con la Francia nell'amichevole contro l'Ucraina.
IL PROFILO TECNICO - Ma nel bagaglio tecnico di Maignan non c'è solo la personalità. Prototipo del portiere moderno, è bravo nelle uscite, dove abbina coraggio, spensieratezza e ottimo tempismo. Rapido tra i pali, ha qualità anche con i piedi. Il passato da centrocampista è utile: "Nella mia testa, mi considero un giocatore di movimento. Quando la mia squadra ha la palla, prendo parte al gioco, provo a creare sbocchi per i miei difensori. E’ solo quando la mia squadra perde palla che torno a sentirmi un portiere. Dopo tutto, è il mio lavoro!". Un lavoro che svolge molto bene: Ibra si accorse anni fa, il Milan l'ha notato ora. E studia il colpo.