Getty Images
Chelsea, Pochettino già trema: avvio flop di Caicedo, il maxi mercato non regala un'identità di gioco
SERIE NEGATIVA – Il finale dell’ultima annata per il Chelsea è stato fortemente negativo. Rimasti in corsa in un’unica competizione (la Premier) i Blues sono stati più vicini alla zona retrocessione, piuttosto che ai posizionamenti europei, complice anche un filotto di partite che li hanno visti uscire sconfitti in sei occasioni consecutive. Solo ko in tutto il mese di aprile. Nelle ultime undici in Premier, la formazione londinese ha trovato il successo in un solo incontro, contro il Bournemouth per 2-1. Per il resto: 7 sconfitte e 3 pareggi. Numeri pericolosamente da Championship. Il 12° posto finale è stata la naturale conseguenza di un periodo fin troppo negativo per una società di tale importanza e ambizione. Ma la parola fine sulla stagione ‘22-’23 è stata posta. Pochettino è arrivato, nuovi acquisti che hanno nuovamente rivoluzionato la squadra ci sono stati. Si poteva e si doveva cambiare marcia già da subito.
UN AVVIO DIFFICILE – I propositi, come ogni nuovo inizio che si rispetti, erano più che lodevoli. Pochettino ha fissato l’asticella. La prima partita di campionato aveva anche messo in luce una buona condizione fisica e mentale. Il match contro il Liverpool è stato equilibrato, ben giocato, disputato ad alti livelli. Ma è bastato qualche giorno per ritornare a essere assaliti dai fantasmi della stagione precedente. A nulla è servita la buona vittoria contro il Luton neopromosso: sconfitta contro il West Ham e l’ultima, in ordine di tempo, in casa con il Nottingham Forest. 4 punti in 4 match. Pochi, troppo pochi per un club che punta a tornare competitivo in patria e a centrare la qualificazione in Europa. A mancare è un’identità di gioco precisa, un modus operandi che sia costante e continuo, oltre a un marcato utilizzo delle numerose soluzioni offensive a disposizione. Inserire Mudryk, Palmer e Madueke e partire con Gusto e Chilwell non sembra aver dato i frutti sperati. Uno schieramento fin troppo difensivo, cambiato in corsa solo nei casi di necessità che, nell’ultimo periodo, sono diventati l’abitudine. Se a questo, si aggiunge anche un non perfetto inserimento degli ultimi innesti, su tutti Caicedo, ancora un lontano parente del giocatore ammirato al Brighton con De Zerbi, il gioco è fatto. Impossibile non notare le sue ultime prestazioni: in ritardo di condizione, numerosi appoggi sbagliati ma non solo. Nell'ultimo match contro il Nottingham, è sua la palla persa che genera il vantaggio siglato da Elanga. Non l'unico errore: contro il West Ham, un suo evidente fallo in area, ha causato un calcio di rigore per gli Hammers. Le critiche sono già cominciate a pervenire in quel di Londra.
POCHETTINO GIA’ A RISCHIO? - Gli assordanti fischi, che hanno accompagnato i calciatori del Chelsea al termine della partita contro il Nottingham Forest, sono un monito importante di quello che può essere il futuro dei Blues. La sosta per gli impegni internazionali può essere un ottimo modo per Pochettino per riordinare le idee e trovare una nuova quadra per sistemare gli evidenti problemi in seno in quel di Londra. I primi malcontenti in casa Boehly sono già arrivati. La mentalità difensiva adottata sino a ora non ha portato alcun progresso positivo e, data l’elevata presenza di elementi offensivi, si può pensare di optare per un sistema di gioco che, con qualche giocatore di talento in più sulle fasce, diventerebbe paradossalmente maggiormente equilibrata e meno racchiuso nella propria metà campo. Il dominio del gioco e del possesso palla mostrato deve arrivare a creare occasioni utili per la squadra. Servono idee, serve un’identità nuova, serve una svolta immediata. E l’occasione arriva ghiotta: la prossima giornata c’è il Bournemouth, l’ultima vittoria (oltre al Luton) dei Blues nelle ultime 15 sfide di Premier League. Sarà già un match decisivo per Pochettino o la panchina inizierà già a scricchiolare. Per evitare una nuova rivoluzione, il Chelsea è già giunto a uno snodo focale della sua stagione. Lo ha detto anche Pochettino: non c’è tempo da perdere.