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Chelsea, che delusione Morata: come alla Juve e al Real, non è un 9 da big
SOLITA STORIA - Sei gol nelle prime sei partite in Premier - e uno all'esordio in Champions col Chelsea, contro l'Atletico Madrid - avevano illuso i tifosi e la dirigenza dei blues di aver messo a segno un grande colpo. E avevano portato anche Morata a togliersi qualche sassolino dalla scarpa: "Al Real facevo parte della squadra B, non ho mai giocato nelle partite che contavano". Nel gruppo di Zinedine Zidane, lo spagnolo era uno dei giocatori che giravano intorno alla formazione titolare, di cui non era mai un punto fermo. Più o meno la stessa sorte che gli era toccata alla Juventus: dopo il primo anno in cui si era conquistato un posto da titolare e aveva guidato i bianconeri alla finale di Champions di Berlino, nella sua seconda stagione italiana spesso si era ritrovato a essere la terza scelta in attacco, dietro Mandzukic e Dybala.
SOGNA LA JUVE - A condannare il momento di Morata ci pensano i numeri: nel 2018 ha realizzato appena due reti in 16 presenze. Un bottino poverissimo, che sta portando Antonio Conte a perdere la fiducia nei suoi confronti e rischia di fargli perdere anche il treno per il Mondiale con la Spagna. Oggi il tecnico italiano ha deciso di sostituirlo con la squadra sotto 2-0 e al suo posto ha schierato Olivier Giroud, che lo ha ripagato con due dei tre gol che hanno portato i blues a rimontare. Morata non è felice e si vede, vorrebbe il ritorno in Italia e alla Juve, che però non può e non vuole spendere 80 milioni per una riserva di lusso.