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  • Che nessuno tocchi Vasco, il campione di tutti che unisce più della Nazionale

    Che nessuno tocchi Vasco, il campione di tutti che unisce più della Nazionale

    • Marco Bernardini
    Le avanguardie hanno già intrapreso la loro lunga marcia. Da ogni angolo d’Italia e anche dall’Europa. Destinazione “Modena Park”, a Modena. Ciascuno di questi viaggiatori porta con sé una bandiera identica per tutti proprio come la passione interiore. Hanno età variegate e spalmate lungo un percorso di vita quarantennale. Madri e padri, figli e nipoti. E’ l’esercito di Vasco Rossi che il primo di luglio si compatterà sotto il palco occupando l’intero spazio destinato al concerto più importante e più popolato di tutti quelli mai visti nel nostro Paese.

    Sono previste duecentotrentamila anime. Sette volte il numero di quelle che stavano in Piazza San Carlo e dintorni a Torino per la finale di Champions e più del doppio di coloro che a Madrid si erano ritrovate nello stadio del Bernabeu per il medesimo motivo. A questa immensa folla andranno aggiunti, poi, i milioni di telespettatori che potranno, grazie a Rai Uno, assistere all’evento in casa propria. Il tutto per la celebrazione dovuta alla figura di un personaggio il quale, provvisto di un cognome “banale” esattamente come quelli di Pablito e di Valentino, è riuscito a imporre la sua “griffe” con l’autorevolezza e con la genialità dell’autentico campione. Il campione di tutti, portatore di coesione e di fratellanza senza se e senza ma. Come quando in campo scende la nostra nazionale di calcio. Forse ancora di più.

    Sessantacinque anni e quaranta di carriera artistica, il Blasco di Zocca ha saputo mantenere dentro il suo corpo di uomo ormai maturo tutta la freschezza e il candore fanciullesco che riesce a trasmettere grazie alle sue canzoni, le quali sono autentiche poesie. Un rock non più demoniaco e solforoso, come quello degli Stones, ma per certi versi addirittura celestiale. Frasi semplici e parole comprensibili per ciascuno di noi senza la necessità di troppe masturbazioni intellettuali. Dal capolavoro di “Albachiara” sino all’ultima “cover” usata da Castellitto come colonna sonora per il suo bel film “Fortunata”, Vasco non ha mai tradito una sola volta se stesso, i suoi tifosi e neppure coloro i quali, per varie ragioni, l’hanno sempre guardato con un certo sospetto.

    L’uomo Rossi, oltre la su figura di artista al servizio della gente, è l’esempio più lampante della rivisitazione contemporanea di Dante Alighieri nella sua “Commedia” divina. Il teorema secondo il quale per poter risorgere e vedere “L’amore che muove il sole e le altre stelle” è stato applicato alla lettera da Vasco il quale nel corso della sua esistenza è passato per l’inferno e ha raggiunto il paradiso, dopo essere transitato nel purgatorio.

    Di tutto e di più. Con il rischio di farsi molto male, ma con l’attenzione di non nuocere agli altri (“Vai bene a scuola e non ti devi vergognare” cantava in Albachiara). Ha fatto uso di cocaina, come il numero altissimo di stimati professionisti e persone al di là di ogni sospetto, senza diventare schiavo della droga. Ha trasgredito alle regole codine del borghese vivere comune senza lasciarsi intrappolare dalla voglia di venir considerato comunque un maledetto di professione. Ha cambiato direzione, non etica ma pratica, quando ha capito che a essere “esagerato” era il resto del mondo e non lui con i suoi amici del Roxy Bar. Oggi, come un essere umano sicuramente dispiaciuto ma non pentito, è arrivato a dire cantando persino di Dio o comunque di una vita parallela dove esistono anime fragili. Una cosa è innegabile: Dentro ciascuno di noi esiste un angolino dove poter custodire Vasco Rossi e i suoi semplici insegnamenti esistenziali.

    Ecco perché la lunga marcia di avvicinamento a Imola, simile ad un autentico pellegrinaggio, è già cominciata. E sarebbe sicuramente ancora più massiccia se gli spazi potessero consentire un numero ancora maggiore di spettatori che sarebbe più corretto definire sacerdoti del rito laico più intenso del mondo. In un momento storico come quello che stiamo attraversando, caratterizzato dalla paura e dal timore di ritrovarci tutti insieme per fare festa, un raduno così eccezionale alla “Woodstock” potrebbe apparire fuori luogo e persino a rischio. Tranquilli ragazzi. Succederà nulla, se non una salutare pioggia di amore e di vibrazioni positive che permetterà a tutti di provare cosa è la gioia… Non potrà accadere niente. L’amore che muove il sole e le altre stelle farà da scudo contro ogni forma di male e nessuno o niente oserà toccare Vasco.
     

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