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  • Che fine hanno fatto? Skuhravy e Aguilera, gli eroi di Anfield

    Che fine hanno fatto? Skuhravy e Aguilera, gli eroi di Anfield

    Il numero odierno delle rubrica Che fine ha fatto? è dedicato ad una delle coppie gol meglio assortite e spettacolari del calcio anni '90. Carlos "Pato" Aguilera e Tomas Skuhravy, due giocatori agli antipodi: uno serio e ligio al dovere, l'altro imprevedibile e amante degli eccessi. Due personalità completentari in grado di completarsi dentro e fuori dal campo che, con la loro naturale intesa, hanno fatto sognare la piazza rossoblu e sono stati ad un passo da scrivere la storia del Genoa.

    IL GIGANTE BOEMO - Tomas Skuhravy, centravanti vecchia maniera dal fisico imponente e dai piedi sorprendentemente educati, nasce in un piccolo paese della Boemia nel 1965. Alto più di un metro e novanta, mette al servizio della squadra la sua fisicità e fa del colpo di testa una delle sue armi migliori. All'età di 17 anni passa allo Sparta Praga, con il quale conquista ben 5 campionati e 3 coppe di Cecoslovacchia in 7 anni, andando a segno 55 volte in 113 incontri. Nonostante le sue gesta vengano apprezzate da numerose squadre europee, nessuno di questi avanza una proposta ufficiale al club, in quanto il campionato ceco non viene considerato abbastanza attendibile per valutare le sue capacità. Skuhravy, però, non fallisce la prova del nove e trascina con 5 gol la nazionale cecoslovacca ai quarti di finale di Italia 90.

    L'ANATROCCOLO - Aguilera nasce a Montevideo un anno prima del suo "gemello" Tomas. Seconda punta agile, scattante e imprevedibile con una passione sfrenata per dribbling e giocate ad effetto, inizia la carriera a 15 anni nel River Plate di Montevideo. Dopo un solo anno viene ceduto al Nacional, dove inizia a ritagliarsi uno spazio importante, tanto da meritarsi la chiamata della Celeste per la Copa America del 1983. Proprio durante la massima competizione continentale, a soli 18 anni, guadagna gli onori della cronaca contribuendo con tre reti alla vittoria finale della Seleccion, confermando l'etichetta di baby prodigio del calcio uruguagio. Dopo sette anni tascorsi in patria con la maglia Tricolores, cerca fortuna nella vicina Argentina con il biancoazzurri del Racing Club, ma con scarsi risultati. Passa quindi ai messicani dell' Estudiantes di Guadalajara prima di tornare a Montevideo con i gialloneri del Penarol con il quale si guadagna il titolo di capocannoniere dell'edizione 1989 della Copa Libertadores. La corte di numerosi club italiani inizia a farsi serrata, ma a spuntarla è il neopromosso Genoa di Aldo Spinelli che brucia la concorrenza e regala al Professor Franco Scoglio uno dei maggiori talenti del calcio sudamericano.

    I RAGAZZI DI BAGNOLI - Dopo aver conquistato una salvezza tranquilla, Scoglio passa il testimone a Bagnoli, fautore del Verona dei miracoli Campione d'Italia. Il nuovo tecnico del Grifone, durante la rassegna iridata italiana, si innamora di Skuhravy e convince il presidente ad acquistarlo per poterlo schierare al fianco di Aguilera e formare una coppia d'attacco molto ben assortita. Dopo un avvio di stagione abbastanza complicato il tandem d'attacco inizia ad intendersi alla perfezione: il funambolo uruguaiano crea superiorità numerica e innesca il panzer cecoslovacco, che sottoporta si dimostra sempre preciso e letale. Il Grifone, grazie anche al rendimento dell'esterno macino Branco -precursore del tiro delle tre dita che ha reso famoso Roberto Carlos -  riesce inaspettatamente ad esprimere un calcio concreto e piacevole, e grazie ai 15 gol a testa della coppia d'attacco conclude la stagione al quarto posto, conquistando una storica qualificazione alla Coppa Uefa.

    AD UN PASSO DALLA GLORIA - Ma è la stagione 1991-1992 a rappresentare l'apice per il Genoa targato Bagnoli grazie alla gloriosa cavalcata europea che rimarrà impressa nella mente dei tifosi della Gradinata Nord e nella storia del calcio italiano. Il percorso europe del Grifone inizia dai 32esimi di finale contro il Real Oviedo. I rossoblu, dopo essere usciti sconfitti nel match d'andata per 1-0, si impongono in casa per 3-1 con una doppietta di Skuhravy. Il destino mette sulla strada del Grifone due formazioni romene per i sedicesimi e gli ottavi di finale: prima la Dinamo Bucarest, poi la Steaua Bucarest vengono spazzate via dalla furia dei genoani, con la coppia Aguilera-Skuhravy assoluta protagonista con 5 gol in quattro match. Il popolo rossoblu inizia a sognare grazie alle capriole del boemo e ai balletti dell'uruguaiano. L'urna mette di fronte al Genoa il Liverpool, autentica potenza del panorama europeo. Il match d'andata, dopo tre mesi di trepidante attesa, viene vinto per 2-0 grazie al gol di Fiorin e alla magistrale punizione di Branco. Nel match di ritorno ad Anfield, accompagnato da 4mila supporters, il Grifone supera i Reds grazie ad una doppietta del Pato, diventando la prima squadra italian della storia ad aver violato Anfield e conquistandosi la standing ovation del pubblico di casa, colpito dalla passione e dall'intensità messa in campo dalla squadra di Bagnoli. La cavalcata dei rossoblu si interrompe però in semifinale contro l'Ajax di van Gaal, poi vincitrice della finale contro il Torino. Nel match d'andata il solito Aguilera risponde al vantaggio dei Lancieri, ma Aaron Winter regala la vittoria agli olandesi. Nel match di ritorno i genoani, spinti da più di 5mila tifosi, non riescono ad andare oltre al pareggio e vengono eleminati. Se il cammino in Coppa Uefa rimarrà per sempre nella storia della società, lo stesso non si può dire del percorso in Serie A, pesantemente condizionato dagli impegni europei e concluso al 14esimo posto.

    TRISTE EPILOGO - Dopo qualle magica stagione la coppia viene separata. Aguilera, dopo 39 gol in 101 presenze, viene ceduto dal presidente Spinelli al Torino a causa delle pressioni di Bettino Craxi, grande tifoso granata. Nel '94, per sfuggire ad una accusa poi diventata condanna per sfruttamento della prostituzione e spaccio di cocaina, sostanza da cui è stato dipendente per molti anni per sua stessa ammissione, si rifugia in patria nel Penarol, con il quale vince quattro campionati di fila da assoluto protagonista. Nel 2007, grazie all'indulto promosso dal governo Prodi, la sua condanna viene cancellata e gli è consentito dopo anni di ritornare liberamente in Italia. Skuhravy, invece, dopo la cessione del compagno di riparto rimane al Genoa fino al 1996, portando il suo bottino a 58 reti in 163 presenze, prima di passare allo Sporting Lisbona e successivamente al Viktoria Zizkov. 

    I GEMELLI OGGI - Aguilera, dopo essere stato colpito da infarto nel 2011, è finalmente riuscito a liberarsi dalla dipendenza alla cocaina ed ha abbandonato gli eccessi che lo hanno accompagnato per gran parte della carriera. Attualmente svolge attività di scouting e si presta al ruolo di commentatore ed opinionista in Uruguay. Skuhravy, invece, è rimasto molto legato all'Italia ed ha abitato per lungo tempo a Varazze, dove ha aperto un ristorante. Attualmente, dopo aver allenato i Giovanissimi dell'Ischia Isolaverde, si dedica all'attività di scouting a livelli giovanili, ma non rinuncia al ruolo di commentatore ed opinionista per le emittenti locali.



    Massimiliano Cappello



     


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