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Che fine ha fatto? Il 'Malaka' Martinez: dal flop alla Juventus alla pallacanestro
WANDERERS, NACIONAL E BRONZO IN COPPA AMERICA - Martinez nasce a Montevideo, capitale dell'Uruguay, nell'aprile del 1983: la sua carriera inizia proprio in un club della sua città, il Montevideo Wanderers, i cui colori sociali sono il bianconero, quasi un'anticipazione di quello che avverrà nel suo futuro. Dopo tutta la trafila nelle giovanili debutta in prima squadra a soli 17 anni: nella sua prima stagione da pro con il Montevideo vince il campionato di seconda divisione e viene promosso nella massima serie uruguagia, attirando su di sé le mire di diversi osservatori europei. In sei anni nel club colleziona 134 presenze e 23 reti, perché è costretto a saltare una stagione intera per differenti infortuni muscolari, una costante per tutta la carriera del 'Malaka'. Nel 2005 lo acquista uno dei club più prestigiosi d'Uruguay, il Nacional, dove riesce a giocare la Copa Libertadores e la Copa Sudamericana, senza però mai esplodere definitivamente, e dove vince il campionato. Viene inoltre convocato dal ct della nazionale Tabarez per disputare la Coppa America, nella quale la Celeste ottiene un prestigioso bronzo.
L'EL DORADO A CATANIA: GOL ALLA ROMA E ALL'INTER DI MOU - Nel 2007, a 24 anni, arriva finalmente il grande salto: se lo aggiudica il Catania di Pulvirenti e Lo Monaco, da sempre attentissimo al mercato sudamericano, con Pasquale Marino in panchina. In Sicilia Martinez sembra finalmente poter sbocciare: fondamentale per la salvezza degli etnei un gol realizzato al Massimino contro la Roma nell'ultima giornata della sua prima stagione in Italia. Svaria da prima a seconda punta, realizzando nelle due stagioni successive otto e nove reti, di cui una importantissima nel 3-1 contro l'Inter di Mourinho che poi vincerà il Triplete.
IL FLOP NELLA JUVENTUS - Giuseppe Marotta, appena arrivato a Torino per diventare dirigente della Juve, decide di investire su di lui per provare la rinascita bianconera tramite colpi a sorpresa: viene acquistato dai bianconeri per 12 milioni di euro, realizzando la seconda miglior plusvalenza di sempre per il Catania. L'esperienza nella Vecchia Signora è però un flop assoluto che condizionerà il prosieguo della carriera del "Malaka", anche a causa di numerosi infortuni: la Juve disputa una stagione fallimentare, arrivando settima, e Martinez non riesce a salvarsi, naufragando con il proprio tecnico Delneri. La stagione seguente arriva Antonio Conte, che mette subito Martinez ai margini della rosa, facendogli capire che è il caso di cambiare aria e preferendogli Elia.
LE SVENTURE DI CESENA, CLUJ, NOVARA E IL CLAMOROSO RINNOVO CON LA JUVE - Viene quindi spedito in prestito al Cesena: nel frattempo la Juve inizia a vincere con grande continuità, mentre il "Malaka" non trova pace: in Romagna arriva ultimo e retrocede, nonostante giochi con compagni come Mutu, Parolo, Candreva, Eder, Giaccherini e Iaquinta. Non riesce mai a giocare 90' e salta ben 21 partite in stagione. L'anno seguente passa ai rumeni del Cluj, campioni in carica: a causa di un infortunio però non gioca nemmeno un minuto in tutto l’anno, così passa al Novara, dove salta ancora quasi tutta la stagione per un altro infortunio e retrocede al termine del campionato. Così torna in patria, alla Juventud, dove riesce a tornare al gol e ottiene un dignitoso quarto posto. La notizia clamorosa è che Marotta decide di rinnovargli il contratto, scelta frutto di una lucidissima operazione con cui la Juventus tenta di rivalutarlo più che può, nell’ottica di una improbabile rivendita futura: anche questa opportunità svanisce, visto che Martinez fallisce nuovamente e vede il suo accordo coi bianconeri scadere.
MARTINEZ E IL BASKET - Ma oggi, dove è finito Martinez? Rimasto senza squadra, si diletta con quella che è sempre stata la sua seconda grande passione: la pallacanestro, tanto che a Catania andava spesso a vedere la squadra di basket locale, l'Elefantino, al palazzetto dello sport etneo. A 36 anni suonati l'ombra del ritiro e l'incredibile serie di infortuni che lo hanno condizionato incombono su di lui. Chissà se lo zio Jorge avesse deciso di scegliere un altro soprannome come sarebbe andata...
@AleDigio89