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  • Che fine ha fatto? Effenberg, dalla Viola e la moglie di Strunz al lavoro in banca

    Che fine ha fatto? Effenberg, dalla Viola e la moglie di Strunz al lavoro in banca

    • Alessandro Di Gioia
    ​Che non sia mai stato un personaggio semplice lo si evince subito, scorrendo lentamente tutte le "marachelle" compiute in carriera: come quella volta al Mondiale di Usa 1994, quando con la maglia della nazionale tedesca durante la partita contro la Corea del Sud, dopo la sostituzione operata nei suoi confronti dal ct Berti Vogts, alzò il dito medio verso il pubblico che si trovava in tribuna, provocando l'automatica esclusione dalla Manschaft. O come quella volta che tradì il compagno di spogliatoio nel Bayern e nella Germania Thomas Strunz, celebre per uno sfogo in conferenza da parte di Giovanni Trapattoni, andando a letto con sua moglie e portandola in seguito all'altare. Questo e molto altro era ed è Stefan Effenberg da Amburgo.

    GLI INIZI, TRA VICTORIA E 'GLADBACH - Nato nell'agosto del 1968, milita dall'età di sei anni fino a quando ne ha diciannove nel Victoria Amburgo, squadra della città anseatica ormai scomparsa, dove compie tutta la trafila delle giovanili, prima di essere notato dal Borussia Monchengladbach. Quella che allora, assieme al Bayern Monaco e allo stesso Amburgo era la migliore squadra della Bundesliga lo acquista e lo fa debuttare nel calcio che conta. Effenberg spicca in campo e fuori, per una personalità importante, una tecnica fuori dal comune e un modo di fare sbarazzino.

    BAYERN PARTE 1 E LA FIORENTINA DA CAPITANO - Capello biondo fluente, tatuaggio del volto di una tigre dietro alla nuca, carattere spesso scontroso: genio della regia e del centrocampo con il vizietto della sregolatezza. Talento assoluto, tra scandali e controversie: il Bayern Monaco lo compra, ma la prima con i bavaresi non è affatto un'esperienza felice, dato che vince solo una Supercoppa di Germania in due stagioni. La Fiorentina si accorge però di lui e lo porta in Italia, acquistandolo per 5,6 miliardi di lire e nominandolo addirittura capitano, dopo solo una stagione di militanza: in Toscana si ferma solo due stagioni, nelle quali si impone con 56 presenze e 12 reti, retrocedendo nella prima in Serie B ma risalendo subito la seconda con la vittoria del campionato, a fianco di un certo Gabriel Omar Batistuta, autore di 19 reti in quell'anno. 

    IL MEDIO AL CT VOGTS E L'ESCLUSIONE DALLA NAZIONALE - Dopo la promozione in A è tempo per Effenberg di tornare a casa, a Monchengladbach, dove vince una Coppa di Germania in quattro stagioni, mettendo a referto 23 reti in 118 gare. In occasione del Mondiale negli Stati Uniti assaggia la Nazionale, che molla quasi subito per un carattere incorreggibile e per una lunga squalifica: "La sostituzione di Vogts? Scelta ridicola, ma non me ne pento. Certamente mi scuso, ma c'erano 50 gradi in campo e stavo giocando per la Germania al Mondiale". Le sue prestazioni davanti alla difesa e il suo destro vellutato lo rendono però imprescindibile, anche per chi lo ha già conosciuto e quindi sa di che pasta è fatto: persino il Bayern lo ricompra, nel 1998, nonostante la prima volta non sia andata bene.

    BAYERN PARTE 2: IL TRIONFO E L'INGRESSO NELLA LEGGENDA  - Questa volta però è un trionfo: in quattro stagioni da capitano Effenberg vince tre campionati tedeschi, una Coppa di Germania, tre Coppe di Lega tedesche ma soprattutto una Champions League, dopo il gol realizzato su rigore contro il Valencia nella finale di San Siro e la vittoria dopo i tiri dal dischetto realizzando un altro penalty, e una Coppa Intercontinentale, oltre che l'UEFA Club Footballer of the Year, il premio di miglior giocatore dell'anno in Europa secondo la UEFA, nel 2001. A fianco di compagni del calibro di Kahn, Linke, Andersson, Kuffour, Lizarazu, Sagnol. Salihamidzic, Hargreaves, Scholl ed Elber riesce a fare la storia del Bayern, sotto l'egida del "santone" Ottmar Hitzfeld. 

    L'ODIO CON MATTHAUS E IL RECORD DI GIALLI - Famoso l'odio con Lothar Matthaus nell'esperienza bavarese, dato che si trattava di due figure di eccessiva personalità che non potevano condividere lo stesso spogliatoio, tanto che nella sua autobiografia Effenberg titolò il capitolo relativo al rapporto con il suo eterno compagno-rivale "Cosa sa di calcio Lothar Matthäus". Si laurea recordman di sempre di cartellini gialli collezionati in Bundesliga, con ben 114 gettoni. Chiude la carriera in tono minore, dopo una stagione al Wolfsburg e una in Qatar, all'Al Arabi, prima del ritiro. 

    L'ABUSO SUL TRANS, IL RITIRO DELLA PATENTE E ... LA BANCA! - Ma una volta appese le scarpette al chiodo non smette di far parlare di sè: nel 2015 diventa allenatore del Paderborn 07, in Zweite Liga, dove rimane pochissimo, alla prima esperienza in panchina. Nello stesso anno viene processato per un presunto abuso ai danni di un transessuale e gli viene ritirata la patente, sorpreso dalla polizia ubriaco alla guida di ritorno dall'Oktoberfest. Ma oggi, di preciso, Effenberg cosa fa? Incredibile ma vero, l'impiegato in banca in Turingia, regione della Germania, nella "Bad Salzungen/Schmalkalden". All'interno dell'istituto, che si dice aver finanziato anche l'Atletico Madrid tra le altre, si occupa di credito sportivo. Insomma, non proprio un ruolo da "testa matta": ma l'età, si sa, smussa anche gli animi più bollenti...

    @AleDigio89
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